Welfare

Ilo: nel mondo gli squilibri economici sono insostenibili

L'allarme è stato lanciato oggi dall'Ufficio internazionale del lavoro alla Conferenza ''For Globalization: creating oppurtunities for all''

di Redazione

E? ”urgente ripensare le politiche e le istituzioni della governance mondiale” perchè l?attuale funzionamento dell’economia del pianeta ”soffre di squilibri profondamente radicati e persistenti che sono inaccettabili dal punto di vista etico e politicamente insostenibili”: l’allarme arriva dall’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) che oggi alla Conferenza ”For Globalization: creating oppurtunities for all” con il suo Direttore generale, Juan Somavia, ha sottolineato come la globalizzazione attuale non risponda alle aspirazioni della maggioranza degli uomini e delle donne di ”avere un lavoro dignitoso e un avvenire migliore per i loro figli”. Alla Conferenza e’ intervenuto anche il cardinale Renato Raffaele Martino che ha sottolineato come questo sia il momento di ”mettere al primo posto nell’azione per una globalizzazione equa la questione del lavoro umano e della sua dignità”. Somavia si è detto preoccupato per il rallentamento della crescita del Pil e per l?aumento del divario dei redditi tra Paesi ricchi e poveri. Tra il 1990 e il 2003 – ricorda il direttore generale dell?Ilo – la crescita mondiale è rallentata passando dall?1,01% allo 0,8% mentre la crescita del reddito pro capite è ”ripartita in modo disuguale”. Il reddito per abitante dei paesi più poveri è passato da 212 dollari americani del 1960-62 a 267 dollari nel 2000-2002 mentre il reddito per abitante nei paesi più ricchi e’ passato nello stesso periodo da 11.417 a 32.339 dollari. I 22 Paesi più ricchi con il 14% della popolazione controllano la meta’ del commercio mondiale e più della metà dell?investimento diretto estero. La disoccupazione nel mondo ha raggiunto la cifra record di 185 milioni di persone, il 6,2% della popolazione attiva totale. Quasi la meta’ del totale dei senza lavoro (oltre 88 milioni di persone) e’ costituita da giovani tra i 15 e i 24 anni (14,4% il tasso di disoccupazione in questa fascia di età). I flussi netti di aiuto allo sviluppo, infine, ricorda Somavia, sono diminuiti e comunque fermi allo 0,23% del Pil e lontani dall’obiettivo dello 0,7% del Pil. Per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio – ha avvertito – sarebbe necessario aumentare l’aiuto pubblico allo sviluppo estero di almeno 50 miliardi di dollari ogni anno.


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