Sostenibilità

Il WWF scrive alla Cassazione

L'associazione ha inviato una nota in vista del pronunciamento sul referendum nucleare

di Redazione

«Ci sono numerose sentenze della Corte Costituzionale che non solo richiamano al rispetto dei principi ispiratori di chi ha promosso i quesiti referendari, ma che censurano modifiche normative strumentali, per disattivare i referendum». Lo afferma il Wwf Italia in una memoria inviata oggi all’Ufficio centrale per i referendum presso la Corte di Cassazione in vista del pronunciamento sul referendum nucleare.

«Precedenti sentenze della Corte Costituzionale – spiega l’associazione ambientalista – stabiliscono chiaramente che se l’intenzione del legislatore rispetto alla norma oggetto di referendum rimane fondamentalmente identica, la richiesta referendaria “non può essere bloccata perchè diversamente la sovranità del popolo verrebbe ridotta a una mera apparenza”».

«L’attenzione del Wwf – si legge in una nota – si incentra sui commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto Omnibus che confermano l’intento solo sospensivo dell’iniziativa governativa in attesa delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, motivo già di per se stesso strumentale come dimostra nel concreto la decisione presa ieri dal governo tedesco di abbandonare il programma nucleare, che trova conferma sempre nella sentenza della Corte Costituzionale numero 28 del 2011 che chiarisce come il Trattato dell’Unione Europea non contiene prescrizioni specifiche che vincolino gli Stati a installare centrali nucleari».

«Con riferimento alle modifiche normative che intervengano sui quesiti referendari – continua la nota – il Wwf ricorda i contenuti della sentenza della Corte costituzionale numero 68 del 1978 che rimarca come la nuova legislazione che interviene sulle norme sottoposte a referendum deve dar prova con chiarezza che i principi ispiratori sono mutati dalla nuova norma sopraggiunta e che quindi la nuova legislazione non è più ricollegabile alla precedente iniziativa referendaria e che censura interventi che riducano la sovranità popolare a mera apparenza».

Inoltre il Wwf richiama «la sentenza numero 16 del 1978 che ricorda come non si possa solo abrogare singole norme per disattivare il referendum ma si debba tenere conto dell’effetto complessivo dell’iniziativa legislativa poichè il tema del quesito sottoposto agli elettori non è tanto formato dalla serie di singole disposizioni da abrogare quanto dal comune principio che se ne ricava».

E infine «la sentenza della Consulta numero 28 del 2011, con la quale è stato ammesso proprio il quesito referendario, che chiarisce come il fine intrinseco dell’atto abrogativo consiste nell’intento di impedire la realizzazione e la gestione di tali centrali nucleari», conlcude la nota.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.