Sostenibilità
Il WWF: leader senza coraggio
«Scarsa capacità di leadership». Prestigiacomo: «Serve un accordo tra nord e sud del mondo»
Il WWF esprime “forte delusione per le dichiarazioni del Primo Ministro danese che ha abbassato il tiro delle ambizioni per il trattato sul clima di Copenaghen, riducendolo a un accordo politico in vista di un futuro accordo vincolante”. Il WWF sottolinea che l’allungamento dei tempi “dimostra scarsa capacita’ di leadership da parte dei Governi e non tiene conto dell’urgenza posta dalla comunita’ scientifica”.
”E’ difficile capire perche’ il Premier danese, invece di giocare un ruolo di leadership, continua a gettare acqua sul fuoco -ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile programma Clima e Energia del WWF Italia- Questo mettere le mani avanti, a 22 giorni dal Summit ONU sul clima, e’ molto negativo, e dimostra anche una pessima scelta dei tempi: nei prossimi giorni, i ministri e gli alti rappresentanti di 43 Paesi si ritroveranno a Copenaghen, in una cosiddetta preCOP (in altre parole in un meeting preparatorio del Summit). Frenare le speranze prima della discussione e’ un grandissimo errore. La presidenza danese dimostra scarso coraggio e ambizione”.
“Per un accordo legalmente vincolante non e’ il tempo che manca -ha proseguito- e’ la volonta’ politica: se la presidenza danese propone un accordo sostanziale, perche’ non scriverlo in una forma che gli dia potere di vincolo legale? Cosi’ si fanno gli interessi degli affaristi dei combustibili fossili e dei grandi emettitori di gas serra, pronti ad assumere impegni a lunga scadenza, ma non ad aderire a obiettivi stringenti a medio termine in linea con le indicazioni della comunita’ scientifica. Certo cosi’ non si fa il nostrointeresse, l’interesse dell’umanita’. Il WWF, insieme alle altre associazioni ambientaliste internazionali, non restera’ a guardare e a Copenaghen fara’ sentire con tutti gli strumenti a sua disposizione la pressione dell’opinione pubblica mondiale che chiede da tempo a gran voce un Trattato sul clima efficace, equo e legalmente vincolante”.
Al vertice di Copenhagen è dedicato il numero di Ecomondo in edicola con Vita non profit Magazine di questa settimana. Di seguito un estratto dell’intervista al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo contenuta nel numero.
«Quella di Copenhagen è una sfida globale, non solo per il clima, ma anche per quanto concerne lo sviluppo e l’energia. Il traguardo è infatti un accordo tra Nord e Sud del mondo, per consentire lo sviluppo dei Paesi emergenti e dei Paesi poveri con tecnologie a basso contenuto di carbonio ed energia pulita, per non aggravare il bilancio ambientale del pianeta». Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, è convinta che l’Italia saprà dimostrarsi all’altezza di questa sfida. In questa intervista ci spiega perché.
Ecomondo: Ministro, qual è il ruolo dell’Italia nelle trattative sul clima?
Stefania Prestigiacomo: Il governo italiano, con la presidenza di turno del G8, ha impresso un’accelerazione al dibattito mondiale sulla lotta ai cambiamenti climatici. Al G8 dell’Aquila, poi, si è raggiunto un risultato straordinario: per la prima volta nella storia i Paesi più industrializzati del mondo e quelli in via di sviluppo hanno messo nero su bianco l’impegno di contenere le emissioni di gas serra in modo da non superare al 2050 la soglia dell’incremento di due gradi della temperatura mondiale.
Ecomondo: Prevede che i leader mondiali giungeranno a un accordo? A quale prezzo e a quali condizioni?
Prestigiacomo: Raggiungere un accordo di portata storica significherà vedere unite per la prima volta, in uno sforzo comune per la salute e lo sviluppo del pianeta, tutte le economie del mondo, impegnate ciascuna per la propria parte secondo il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. Oggi la strada verso Copenhagen sembra meno ripida e il merito è in gran parte della “diplomazia” italiana nel porre con forza la questione della difesa dell’ambiente, coniugata però con un progetto di sviluppo ecosostenibile che possa far crescere il benessere dei cittadini e del pianeta.
(…) Clicca qui per continuare a leggere l’intervista
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.