Volontariato

Il welfare che non ti aspetti

di Giulio Sensi

 

Strano, ma vero: allentata la morsa del dissesto finanziario, in Italia si torna a parlare di welfare. Lo si fa anche sui grandi giornali, spesso, confondendo i piani di analisi e generando un po’ di confusione nella testa della gente. Lavoro, cassa integrazione, pensioni, invalidità, sanità, sociale tutto nello stesso frullatoio per un mix di ingredienti che generano un frullato dal sapore indeterminabile.

L’ingrediente più trascurato è sempre uno: il welfare sociale, quello delle non autosufficienze, della famiglia e maternità, della povertà. Quello che dovrebbe fare in modo di non trasformare il bisogno in emergenza. Lo stesso, e non si ripeterà mai abbastanza, che è in fase di smantellamento, pur rappresentando una piccola parte dell’investimento pubblico nelle voci del welfare: appena lo 0,4% del Prodotto Interno Lordo a fronte di un 26,6% circa della sanità e della spesa pensionistica “standard”. Molti tagli, pochi risparmi, molto danno sociale. Gli effetti si cominciano a vedere: nei territori ormai il mantra è sempre lo stesso: “Non ce lo possiamo più permettere”. Ammesso che sia vero, ci fermiamo lì?

 

Allora con Francesca Paini abbiamo deciso di scavare un po’ più a fondo e con l’aiuto di analisti e protagonisti del sociale -gente che sopravvive e innova ogni giorno il suo modo di operare nel terzo settore, anche in forme di volontariato- abbiamo scritto “Tra il dire e il welfare” con un sottotitolo che cerca subito di chiarire il piano d’analisi: “Lo stato sociale nel mare della crisi. Esperienze e idee per un nuovo welfare equo e partecipato”.

E di esperienze, per non arrendersi a quello che abbiamo battezzato il “Welfare west”, ce ne sono molte, buone prassi che vedono insieme protagonisti enti pubblici, aziende, mondo non profit e i cittadini stessi. Storie inedite di welfare responsabile e quotidiano -dal ristorante sociale al mutuo soccorso, dal microcredito alle cooperative antimafia-. Un welfare solidale, che non guarda alla singola prestazione ma al benessere di tutta la società. Ci auguriamo che questo libro dia un contributo al dibattito, perchè spesso il “welfare che non ti aspetti” è dietro l’angolo. Basta avere la curiosità, e il coraggio, di andarlo a scovare.

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