Welfare

Il weelchair hockey reclama una medaglia

Non è una disciplina paralimpica, ma ha sempre più praticanti. Anche in Italia. A loro nome, Antonio Spinelli, presidente della Federazione italiana chiede un riconoscimento

di Redazione

«Il weelchair hockey merita anche lui una medaglia. Non so chi e come ce la può dare, ma i miei ragazzi se l’aspettano». Sono le parole di Antonio Spinelli, presidente della federazione italiana weelchair hockey. Dopo aver vissuto con gioia i 18 podi della nazionale azzurra alle paralimpiadi di Londra 2012, Spinelli reclama un riconoscimento anche per l’hockey giocato su carrozzina elettrica.
Per il momento il weelchair hockey non è disciplina paralimpica. A Rio de Janeiro nel 2016 potrebbe far il suo esordio solo però come attività dimostrativa.  La scelta delle discipline dipende dalla loro diffusione, almeno in tre dei cinque continenti, e dal numero dei praticanti.

«La medaglia coronerebbe la crescita di questo movimento. In dieci anni siamo passati da 12 squadre a 32 del prossimo campionato che prende il via a Ottobre. La nostra nazionale  sta crescendo: ai campionati europei è arrivata 5°. Oggi i nostri tesserati sono 400, e ogni anno le squadre con il loro impegno diretto e concreto riescono a intercettare almeno un paio di nuovi giocatori», aggiunge Spinelli.

I motivi di questa crescita sono diversi. «Il primo è che abbiamo aperto questo sport ad altre patologie oltre alla distrofia, condizione per cui questo tipo di sport è nato», spiega Spinelli.

L’hockey si gioca infatti su di una carrozzina elettrica manovrata anche da un semplice joystik. Per questo è un’attività sportiva adatta anche a chi ha una ridotta mobilità.

«Un altro motivo del successo è la maggiore visibilità in tv e sulla carta stampata anche grazie alla collaborazione con il comitato italiano paralimpico che ci aiuta in questo. Anche le Paralimpiadi sono un’eccezionale vetrina dello sport per disabili. Anche per quello non paralimpico, tanto che in quei giorni il nostro sito è stato molto visitato e alla email della federazione sono arrivate diverse richieste d’informazione sul nostro sport».

Un’occasione per conoscere l’hockey in carrozzina è la finale di Coppa Italia che si terrà a san Damasco di Modena (Palestra Comunale in via del Gaggiolo), il 15 (ore 15.30) e il 16 settembre (ore 9.30). Presenti anche alcune società  a cui chiedere  come poter iniziare a tirare i primi dischetti.
«Per cominciare a giocare è sufficiente la carrozzina che si usa ogni giorno – spiega Spinelli. In ogni caso le associazioni sportive mettono a disposizione  carrozzine usate, magari non sono l’ultimo modello ma sono molto utili, visto che una carrozzina elettrica per i distrofici costa fra i 10mila e i 15mila euro e l’asl ne rimborsa solo 4mila».

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