Politica
Il voto più atteso: la sfida a Gentilini. A Treviso il sociale scompiglia le carte
Nella città del sindaco più intollerante, il verdetto è tuttaltro che scontato. Ecco perché.
Treviso, città che i cliché frusti dei media vogliono perbenista, xenofoba e bottegaia, forse ha davvero deciso di dire basta. All?immagine di una terra il cui motto è, da sempre, “Treviso, no m?intrigo”, oggi infatti si contrappone un volontariato sociale e un tessuto associativo che non solo è una forza, in città, ma che ha deciso di ?sporcarsi le mani? con la politica.
Al governo della città, infatti, siede da otto anni un sindaco-sceriffo, come ama definirsi da solo, il leghista atipico Giancarlo Gentilini. Atipico nel senso che le sue sparate contro extracomunitari, rom, omosessuali e comunisti sono diventate così urtanti e provocatorie da causare imbarazzo persino tra il popolo leghista. Inutilmente Gentilini ha preteso da Bossi e dal governo polista di Roma la modifica della legge costituzionale che vieta ai sindaci di ricandidarsi per il terzo mandato. Il ?sindaco-ombra?, però, come qui lo chiamano tutti, non s?è perso d?animo e ha trovato l?escamotage che dovrebbe consentirgli di governare Treviso per altri cinque anni: ha candidato a sindaco il senatore Giampaolo Gobbo, ma la campagna elettorale la fa solo lui. Il concetto è: voti Gobbo, eleggi Gentilini, in veste di prosindaco. La legge non lo vieta e il buongusto non regna, in famiglia, come dimostrano le sparate di suo figlio, Antonio, che ha presentato la sua lista d?appoggio Forza Marca.
Qualcosa, però, si è rotto anche tra i trevigiani più chiusi e rinchiusi nell?ossessiva rincorsa del benessere fine a se stesso, al punto che oggi non solo la candidata del centrosinistra allargato a Prc e movimenti, l?insegnante Maria Luisa Compagner, ha la certezza di arrivare in testa al ballottaggio, ma anche nelle candidature di una Casa delle Libertà ormai in frantumi (An e FI candidano l?avvocato Letizia Ortica, l?Udc un imprenditore, senza dire di liste minori) si notano sempre maggiori segnali d?insofferenza verso Gentilini. Risultato: la candidata del Polo appoggia la riappropriazione pubblica del parco di Sant?Artemio, ex ospedale psichiatrico che la Asl vuole vendere ai privati a fini di speculazione edilizia e che da anni permette di far vivere, al suo interno, a prezzi politici, molte associazioni di volontariato e una comunità di immigrati.
Ma è il fronte ?ricerca alloggio? il più doloroso e difficile, per i lavoratori del Sud del mondo che sgobbano in più di 50mila in tutte le piccole e medie industrie della provincia, e questo nonostante non solo la benigna apertura degli imprenditori più illuminati, ma anche la concreta disponibilità dell?Assoindustria di Treviso, guidata da Sergio Bellato, a farsi carico di ristrutturazioni e acquisti di molti immobili. Persino gli industriali, oggi, si sono spazientiti e fanno la fronda a Gentilini, il cui vero nemico è tuttavia la Caritas, che in città di case di accoglienza ne gestisce due, e si è ?messa in mezzo? persino quando gli extracomunitari hanno occupato il sagrato del Duomo esasperati da alloggi introvabili o carissimi. Gianfranco Milanese, presidente provinciale delle Acli, parla apertamente di “cortocircuito tra la Treviso aperta e solidale e quella intollerante che ha paura dello straniero, fragile e debole”, ma non è così sicuro che il voto del 25 maggio cambierà le cose. Alfio Bolzanello, presidente del Centro servizi del volontariato, snocciola i dati di 350 associazioni ufficialmente riconosciute e almeno 2mila operanti tra città e provincia, “che lavorano su un ampio spettro di temi, dall?immigrazione all?handicap, dalla donazione del sangue all?assistenza sociosanitaria agli anziani”. Ammette a malincuore che il ricatto dell?amministrazione è forte sul piano economico, ma non si sbilancia in giudizi politici: elenca le iniziative del mese e sono tutte ?eque e solidali?.
Magari è un caso, magari no. Gianni Rasera, a capo del coordinamento ?Fratelli d?Italia?, sull?immigrazione dice: “Al sindaco e a tutti i candidati abbiamo scritto chiedendo un patto sulla questione immigrati. E non l?abbiamo fatto oggi per caso”. Una delle liste che appoggiano la Campagner si chiama ?Treviso aperta e solidale?. Sperando che sia di buon auspicio.
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