Welfare

Il volto sociale del comune della strage. Volontari a Rozzano

Altro che far west: con 291 associazioni su 37mila abitanti, il paese di Vito Cosco è una “capitale solidale”. Eppure... (di Carmen Morrone).

di Redazione

“Faccio anch?io come quello di Rozzano”, ha detto Mario al telefono la sera dopo la strage. Mario, così chiamiamo l?anonimo interlocutore che ogni sera chiama il telefono amico di Milano sud per gridare la sua rabbia verso la vita, è solo uno dei tanti che si rivolge all?associazione, una delle 291 che hanno sede nel comune diventato tristemente famoso per la strage compiuta da Vito Cosco. Quasi 300 associazioni per un paese di circa 35mila anime, cioè una ogni 127 abitanti. Un record: altro che periferia lasciata a se stessa. Come si spiegano, allora, tutti i discorsi di questi giorni sul far west, sul Bronx e via caricaturando? «C?è molta solitudine, noi lo sentiamo ogni giorno, che porta ad elaborare dentro di sé reazioni violente alla vita», prova a spiegare Carolina Cané, responsabile del Telefono Amico. Il telefono amico di Milano sud, nel cui bacino di utenza si trova anche Rozzano, riceve telefonate 365 giorni all?anno. «Rispetto a qualche anno fa ora chiamano soprattutto persone dai venti a quarant?anni che hanno problemi a relazionarsi con gli altri e soprattutto con le donne», dice la Cané. Un ritratto che calza a pennello anche per il pluriomicida Vito Cosco, che di anni ne ha 27 e che ha riportato alle cronache il tema del degrado sociale degli immensi quartieri dormitorio ai margini delle città. «È il segnale di un disagio che esplode soprattutto nelle periferie dove c?é un accumulo di problematiche», commenta monsignor Virginio Colmegna, direttore della Caritas Ambrosiana: «Anche quando ci sono molte associazioni su un territorio è necessario che queste si incrocino con i problemi. E la politica deve essere attenta alle aree metropolitane per evitare il senso di abbandono dei singoli comuni». La Caritas a Rozzano ha creato alcuni centri per i giovani. «Bisogna diffondere una cultura contro la criminalità partendo dai ragazzi. Per prevenire l?abbandono scolastico, negli oratori sono stati istituiti i doposcuola, in cui gli adolescenti oltre a fare i compiti sono accolti da alcuni animatori. Lavoriamo anche con il tribunale dei minori, in termini di prevenzione e custodia». C?è anche chi rifiuta l?immagine di far west. «A noi dispiace che Rozzano venga definito il Bronx, è un luogo vivibilissimo», insorge Antonio Sansone, del Coordinamento delle associazioni di volontariato di Rozzano. «Ci sono parchi e impianti sportivi e molta gente fa volontariato. Le case Aler non sono ghetti. È vero, c?è chi non ha nemmeno i soldi per fare la spesa, ma è un fenomeno generale». E conclude: «È vero che è difficile coinvolgere i giovani nel volontariato, ma perché non conoscono il settore. Noi andiamo nelle scuole proprio per informarli».

Carmen Morrone


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