Non profit
Il volontariato è un bene di tutti. Se resta indipendente
Il commento di Livia Turco all'indomani della Conferenza sul Volontariato di Arezzo.
di Livia Turco
Ci sono aspetti, questioni, temi della vita pubblica che appartengono in prima istanza al ?bene comune? e che, in quanto tali, devono essere promossi e sostenuti da tutti in una logica di dialogo e di collaborazione. Tra questi vi è sicuramente il volontariato.
È questo attaccamento al ?bene comune? che mi fa esprimere profonda tristezza per le modalità con cui si è svolta la recente conferenza di Arezzo e per l?esito di tale assise. Un?occasione sprecata di dialogo e di crescita comune. Mi auguro che Arezzo non sia anche l?inizio di una stagione all?insegna della sovrapposizione al volontariato di schemi velenosi della politica partigiana e partitocratica che comporta inevitabilmente divisioni e strumentalizzazioni del volontariato. Timore, il mio, che ha un qualche fondamento vista la dura polemica del ministro Maroni sul quotidiano la Stampa del 14 ottobre nei confronti del cosiddetto volontariato di sinistra rappresentato addirittura dai portavoce del Forum del Terzo settore. Forse il ministro Maroni non ha avuto modo di conoscere da vicino che cosa è il Forum del Terzo settore e di apprezzarne la sua composizione così trasversale. Per quanto mi riguarda ricordo quanto filo da torcere il Forum diede ai governi dell?Ulivo. Quante critiche rivolse alla sottoscritta e al governo, quante proteste, ma anche quante preziose proposte. Il volontariato italiano non ha bisogno di sottoporsi a esami di autonomia perché questa è scritta nel suo dna.
Mi consenta il ministro Maroni di esprimergli una raccomandazione: non sia permaloso, si tolga gli occhiali della vecchia politica e abbia la pazienza di ascoltare anche chi gli dice cose scomode.
Il volontariato, in questi dieci anni di 266, ha imparato a camminare sulle sue gambe e pensare con la sua testa: non ha bisogno di padroni e neanche di difensori.
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