Famiglia
Il volontariato a Milano scioglie i nodi complessi
I dieci anni del più grande Csv d'Italia. Amministratore di sostegno, immigrati di seconda generazione, prevenzione delle dipendenze. A Milano il Csv è chiamato ad una sfida...
«Tempestivo e vicino», «umano», «visibile», «costante e fruibile», «senza divisioni politiche», «capace di lavorare in rete»: ecco come dovrebbe essere il volontariato del futuro secondo i desideri, scritti su un poster, dei volontari stessi.
È una sera piovosa a Sesto San Giovanni, hinterland nord di Milano. Il presidente del Ciessevi, Lino Lacagnina incontra le associazioni del territorio per costruire il progetto di lavoro del prossimo biennio. È un momento importante, fatto di bilanci e di sguardo al futuro: Ciessevi compie dieci anni e deve realizzare la programmazione 2009-2010. Rispetto al passato, l?impostazione è totalmente partecipata: in 12 incontri sul territorio, il più storico e importante Centro servizi per il volontariato d?Italia (almeno a livello provinciale) raccoglie, dialogando con la base, le linee guida per dare un ulteriore scatto al volontariato locale e per servirlo al meglio.
Un?operazione complessa, a volte faticosa: a Sesto, una realtà da 80mila abitanti e con una fortissima tradizione di sostegno sociale, intervengono 13 realtà. A differenza di tutti gli altri comuni visitati, qui l?assessore non si fa vedere. «Eppure questa per noi è una sfida già vinta», commenta Lacagnina. «Con questi incontri guardiamo in faccia le associazioni, registriamo i loro bisogni, facciamo tesoro delle indicazioni di lavoro».
Mettere in connessione
I bisogni, in primo luogo. «Direi che emerge la consapevolezza che è importante fare rete, ma c?è una grande difficoltà a realizzarla», prosegue Lacagnina. In effetti, spiega il presidente, oltre alle associazioni storiche come l?Avis o l?Agesci e quelle che si occupano di anziani, disabili e stranieri, il territorio della provincia milanese è fatto da una miriade di piccolissime realtà locali. A Sesto ci sono gruppi per il recupero scolastico dei minori e la lotta al drop out, per le mamme in difficoltà, per i parenti dei malati ricoverati negli ospedali e molto altro. Uno scenario molto complesso e difficile da mettere in connessione.
«L?altro grande fronte, per tutte le associazioni, è la conquista dei giovani», prosegue Lacagnina. «Serve un cambio di passo, i ragazzi sono troppo poco valorizzati, c?è ancora una difficoltà, nel volontariato italiano, a lasciar loro iniziative e responsabilità. In queste serate cogliamo la necessità di conquistarli, renderli più protagonisti anche magari aiutandoli a costruire delle associazioni proprie».
La rete, i giovani, il rapporto con le istituzioni, il reperimento di risorse sono i grandi nodi da sciogliere nei prossimi anni. «Mi auguro che questo nostro decennale sappia mettere al centro le organizzazioni di volontariato», dice Lacagnina, «sempre consapevoli delle importanti responsabilità del Ciessevi, in termini di sostegno al volontariato e di distribuzione delle risorse».
Basta luoghi comuni
Per combattere i troppi luoghi comuni sui Centri di servizio, il Ciessevi si è dato in questi anni un ordine di profonda ristrutturazione interna e della governance. «Oggi i bisogni dei cittadini sono sempre più complessi», riflette il direttore, Marco Pietripaoli. «Il volontariato si trova stretto tra una domanda sempre più articolata e un sistema istituzionale che ha difficoltà a gestire la complessità e a rispondere alla gente. È sempre più necessario che le associazioni si mettano in mezzo, facendo mediazione sul campo». E in questo scenario nuovo, per il Centro servizi si apre una grande scommessa. «O forniamo una risposta competente, tempestiva e multidisciplinare o niente», dice Pietripaoli. «Per sostenere il volontariato, il Csv non potrà più fornire solo e semplicemente i servizi base, ma dovrà stare sui nodi complessi: amministratore di sostegno, immigrati di seconda generazione, prevenzione delle dipendenze, sono tutti campi in cui è necessario coordinare più servizi contemporaneamente, dalla formazione alla consulenza, dalla documentazione all?interfaccia con le istituzioni».
Il cantiere del volontariato serve anche a questo: il 14 giugno a Milano durante l?Assemblea progettuale, aperta a tutti, si svolge il primo snodo intermedio della progettazione, con un incontro in cui condensare tutti i contributi raccolti fino ad ora ed ascoltare la voce di esperti. Dopo aver isolato dieci ambiti prioritari di lavoro, il Ciessevi selezionerà i tre più importanti che saranno approvati durante un?assemblea formale il 30 giugno. A fine novembre al mondo del volontariato sarà restituito il ?suo? progetto per il futuro.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.