Mondo

Il virus e la fine di un’intera generazione

Chi sta soccombendo al coronavirus sono in gran parte la generazione degli anni Trenta e Quaranta, la generazione della prima 500, della casa costruita con i risparmi, dei figli fatti studiare a costo di qualunque sacrificio, delle lotte sindacali. Il gruppo di lavoro Zoe ha dato voce ad uno di questi ascoltando la storia di un figlio, Luca Tiraboschi da Dalmine in provincia di Bergamo

di Antonio Antonelli

Le persone oltre i numeri. I morti di Covid 19 non sono entità astratte ma persone che hanno vissuto, amato, lavorato, fatto sogni, sofferto, gioito. Sono in gran parte la generazione degli anni Trenta e Quaranta, la generazione della prima 500, della casa costruita con i risparmi, dei figli fatti studiare a costo di qualunque sacrificio, delle lotte sindacali e della difficile trasformazione della nostra società nella seconda parte del '900. Queste persone a cui dobbiamo tanto rispetto hanno un volto e un’anima, unica e irripetibile. Abbiamo provato a dare voce ad uno di questi numeri ascoltando la storia di un figlio, Luca Tiraboschi da Dalmine in provincia di Bergamo.


Zoe è un gruppo di lavoro che da anni collabora per la realizzazione di format televisivi. In questo momento difficile, ha deciso autonomamente di produrre dei contenuti video utilizzando le piattaforme di comunicazione che il lockdown consente. L’obiettivo è quello di risultare utili, fornendo un piccolo contributo ad una corretta informazione e dando voce a tutti coloro che possano aiutarci ad interpretare questa crisi epocale. VITA è lieta di poter ospitare il loro prezioso lavoro.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.