Sostenibilità

Il vino alla segatura. Perché i giornali han taciuto?

La proposta di sostituire dei trucioli alla barrique fa inorridire gli esperti

di Paolo Massobrio

Adesso fanno anche male. Ma sì, le famose chips, i trucioli che l?Unione Europea vorrebbe mettere nel vino per far risparmiare gli industrialotti. Fanno male. Lo ha scritto sulla Stampa e su Avvenire il professor Giorgio Calabrese, membro dell?Authority europea per la sicurezza alimentare, ma la notizia ce l?aveva in casa già da qualche mese. è clamoroso: «I chips sono dannosi alla salute», dice Calabrese, «infatti con questa pratica si favorisce la cessione di idrocarburi e di alcuni metalli pesanti e, fra gli aromi, anche di sostanze come l?acido vanillico e l?acido siringico. Test su cavia hanno dimostrato danni al fegato e ai reni». Ora, questa notizia viene fuori solo adesso non per demerito di Calabrese, che l?aveva segnalato da diverso tempo, ma per pigrizia (mettiamola così) dei giornali, quasi che la discussione fosse da relegare a una partita di impallinati del vino e chiusa lì. Che noi potessimo diventare le cavie della segatura dentro al vino, agli industrialotti gliene importa poco. Non gliene importa sul cioccolato, sull?olio, sul miele, figuriamoci sul vino. Sul blog del sito www.clubpapillon.it ho aperto una discussione sulle chips e mi ha colpito l?intervento di un blogger che ha scritto: «Ne ho parlato con mia moglie, la quale col solito realismo femminile mi ha risposto: ma fanno male? Se non sono dannosi, perché essere contrari?». Già. Il problema è che oltre a essere dannosi culturalmente (il vino deve saper di vino, non di legno, suvvia!), lo sono anche per la salute.


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