Famiglia

Il video-verità sui bimbi costretti a rubare

Domenica alle 23 su Current tv. VITA era a fianco del regista durante le riprese

di Daniele Biella

Autentico. Non c’è aggettivo più indicato per il lavoro svolto dal reporter romeno (ma residente da anni a Londra) Liviu Tipurita, che ha passato tre mesi in giro per l’Europa a conoscere le abitudini della popolazione rom. Il risultato è Bambini rom costretti a rubare, un documentario unico nel suo genere, che entra nelle vite dei gitani di Spagna, degli abitanti dei campi nomadi italiani, dei rom romeni che vanno e vengono dal loro paese d’origine.

Ed è proprio in Romania che Vita ha condiviso con Tipurita e con il suo assistente di produzione italiano, Pablo D’Ambrosi, alcuni giorni di riprese, affiancandoli in azione. Spregiudicato e molto ostinato nella ricerca della verità, il reporter anglo-romeno è riuscito, anche in virtù del fatto che parlava le stesse lingue dei rom (il romeno e il romanés, la lingua gitana), a entrare nelle loro dimore, a guadagnare la loro fiducia, a farsi raccontare storie inaudite, spesso estreme: dai bambini di Madrid costretti a mendicare e tornare a casa la sera con almeno un centinaio di euro, pena le botte, alle condizioni indecenti delle baracche dove i topi sono i veri padroni del territorio, al razzismo di cui sono vittima queste popolazioni.

Il reportage, uscito per la Bbc nel 2009 (clicca qui per il trailer in inglese), viene trasmesso per la prima volta in lingua italiana domenica 16 maggio alle 23 su Current tv. Grazie a questo video, il giovane reporter ha acquisito fama internazionale, tanto da essere ospitato, lo scorso 6 gennaio 2010, dal popolare programma statunitense Oprah Winfrey show, dove ha presentato il suo documentario.

Durante i giorni delle riprese in Romania (nei paesini della zona di Craiova, da dove vengono la maggior parte dei rom romeni che vivono a Milano, leggi qui), Vita e Tipurita hanno potuto vedere anche il lavoro che sta facendo la Fondazione Casa della carità di don Virginio Colmegna, che si occupa di creare occasioni di lavoro in loco per bloccare l’esodo, spesso in condizioni disperate, dei rom in Italia per cercare fortuna.

Assolutamente da non perdere, il documentario getta uno sguardo crudo ma necessario su una parte della società spesso ‘invisibile’, come quella dei bambini rom, e lo fa senza alcun pregiudizio, lasciando aperti interrogativi sulle modalità di inserimento di questa popolazione a cui la società attuale fa fatica a rispondere. Italia compresa, dove l’insostenibile realtà dei campi nomadi e l’illegalità che a volte ne esce (complici le precarie e promiscue condizioni di vita) creano situazioni di disagio che spesso vanno a sfociare in gesti violenti e di intolleranza generalizzati.

 

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