Economia
Il viaggio di Conad in un docufilm sull’arcipelago del Made in Italy
Presentato in Iulm il progetto cinematografico che vede gli studenti misurarsi nella realizzazione del film documentario che racconta il viaggio dal Nord al Sud per raccontare le filiere agroalimentari italiane. Alla presentazione del progetto con il regista - docente Giuseppe Carrieri, l'ad di Conad Francesco Pugliese, Aldo Bonomi docente Iulm e direttore Aaster e il rettore Gianni Canova
Saranno le immagini di un docufilm a raccontare l’ultima tappa de “Il Grande Viaggio Insieme Conad”. A realizzarlo gli studenti del Corso di Laurea magistrale in televisione, cinema e new Media dell’Università Iulm con la regia di Giuseppe Carrieri, docente Iulm.
A presentare l’iniziativa nella mattina di martedì 19 novembre il rettore dello Iulm Gianni Canova, il professor Aldo Bonomi docente alla stessa università e direttore di Aaster, Francesco Pugliese, Ad di Conad e lo stesso regista.
Nel presentare il progetto il rettore Canova ha sottolineato come il progetto del docufilm “L’Arcipelago del Made in Italy. Il grande viaggio insieme Conad” rientri nella strategia di innovazione che Iulm sta sperimentando a livello didattico, «cercando di coniugare sempre di più un’attività concreta sul territorio a un’attività didattica in aula. È un nuovo modo di intendere l’università. L’obiettivo è quello di offrire ai nostri studenti l’opportunità di fare un viaggio in Italia lontano dagli stereotipi andando alla scoperta dei distretti agroalimentari. Così potranno essere comunicatori e narratori di un Paese che ha bisogno e desiderio essere scoperto e valorizzato sia culturalmente sia economicamente». Canova ha poi aggiunto di essere convinto che «L’Italia sia migliore di come ce la raccontano i grandi media».
Da sx: Carrieri, Bonomi, Pugliese. Nella foto in apertura (in piedi) Canova
Da parte sua l’Ad di Conad, Francesco Pugliese ricordando il primo Grande Viaggio nel 2015 ha sottolineato che il punto di partenza era stato il voler fare un «viaggio nell’Italia vera, Milano non lo è, è una città paragonabile ad altri luoghi nel mondo come Parigi, Londra… Quello che avviene a Milano è differente da quanto accade a Siracusa, Matera, Taranto o in una delle 46 città che abbiamo visitato». Ha ricordato i talk nelle piazze e il servizio che veniva fatto nelle locali mense della Caritas con i dirigenti Conad «Ci hanno dato dei gufi, ma in realtà toccavano le realtà che altri non volevano vedere». Il viaggio ha poi coinvolto Aldo Bonomi e si è studiato lo stato delle comunità dal punto di vista economico e sociale, andando nelle scuole e un’ulteriore evoluzione è stato guardare allo stato di salute delle filiere più importanti del made in Italy «siamo andati negli istituti alberghieri e abbiamo racchiuso tutto in un libro», ha continuano Pugliese. «Però vista la propensione alla lettura abbiamo pensato perché non proviamo a fare qualcosa di differente per raccontare questa Italia?». Nasce così il docufilm. «Vedo e avverto una bella energia, piena di forza, in questo viaggio nelle comunità dell’Italia che lavora e produce in silenzio, lontana dai clamori e dai riflettori dell’arena pubblica», ha continuato. «Un viaggio, il nostro per “£Insegnare” ai giovani ad affezionarsi a ciò che fanno, ad alimentare la cultura del cambiamento. L’Italia sa fare eccellenze e le filiere agroalimentari e le loro comunità produttive ne sono un esempio, ma deve ancora imparare a fare fronte comune per affrontare le difficili sfide del mercato. Ad Agrigento, per esempio, per la filiera dell’arancia, ho detto che avremmo dovuto fare come le sardine che combattono i grandi pesci unendosi gli spagnoli lo hanno fatto. Anche in Italia servono più sardine e far sentire la propria voce. Meglio essere la testa di una sardina che non la coda di una balena».
Aldo Bonomi ha dato il via al coinvolgimento degli studenti Iulm durante le lezioni di Società, territorio, globalizzazione, sociologia. Le filiere agroalimentari esplorate dai giovani per creare il racconto in immagini sono: quella del pomodoro (Salerno); dell’ortofrutta (Forlì); dell’uva da tavola (Taranto); pasta e cereali (Campobasso); vino (Prato); Arancia (Agrigento): carne e salumi (Modena) e, infine, latte e formaggi (Reggio Emilia)- «Se i vuole cercare il senso profondo della unga metamorfosi del Paese per cogliere i segnali di un futuro ancora da scrivere occorre immergersi nelle correnti profonde delle lunghe derive della civiltà materiale», ha spiegato Bonomi, «andando oltre quello storytelling di superficie affollato di voci indistinte. Diventa importante per i giovani studenti del corso andare nei territori per cimentarsi nel racconto di un laboratorio di trasformazione economica e sociale emblematico come quello agroalimentare che mette in tensione questioni che si agitano sulla frontiera dell’innovazione e della sostenibilità e questioni che rimandano al permanere nel tempo di elementi culturali di fondo da rilanciare nel futuro». Bonomi ha anche osservato che «per me questa esperienza, avendo io coniato il termine rancore per descrivere la società italiana, è il docufilm della gioia di vivere perché» ha concluso riprendendo il titolo del teaser dell’opera “Non più, non ancora” «siamo in una metamorfosi che è necessario sia alimentata da una parola chiave “fiducia”».
Giuseppe Carrieri, docente del laboratorio avanzato di regia cinematografica e regista dell’opera ha sottolineato di «aver creduto fin da subito» al progetto e ha espresso il desiderio che «questo fosse un film sulla gioia di vivere, non sul piacere di vivere che è proprio del turista. Ma proprio sulla gioia semplice». Ha inoltre sottolineato come i 12 studenti che hanno partecipato al progetto sono stati «precipitati nei luoghi, non da turisti. Per loro questo lavoro vale doppio perché non solo si fa un film, ma si fa anche educazione».
Il lancio del docufilm sarà nella prossima primavera.
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