Cultura

Il vescovo pacifista: ecco le mie perle sociali

Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, sostiene in città il Banco Alimentare, una fondazione antiusura, un centro per stranieri e una casa per ex prostitute.

di Nadia Verdile

Andare a vedere. Con un osservatorio su tutte le povertà. Strada per strada, con l?aiuto dei diaconi, il vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro sta monitorando la città. “È uno studio minuzioso”, ha detto il presule, “che ci consentirà di conoscere i bisogni dei cittadini e permetterà di programmare interventi mirati”. Caserta è una città che mostra il volto del benessere, ma che presenta percentuali altissime di povertà. Disoccupazione al 30%, molti impieghi in nero, e una facciata di perbenismo. Eppure, niente luminarie per Natale perché mancano i soldi nelle casse dell?amministrazione comunale. E Nogaro per la sua gente si fa letteralmente in quattro: il Banco Alimentare, il più grande di tutto il Mezzogiorno, consente a molte centinaia di persone, due volte al giorno, di poter avere un pasto; la fondazione Don Peppino Diana soccorre gli usurati, così tanti in questa terra di camorra, e dà loro supporto legale e morale; la Tenda di Abramo accoglie, ospita e tutela gli stranieri, li aiuta nel disbrigo delle pratiche legali, li sostiene dando una mano nella ricerca di un?occupazione; e poi c?è Casa Rut, gestita dalle suore Orsoline, che aiuta le giovani donne vittime del mercato della prostituzione, cui viene restituita una nuova esistenza, nuovi documenti e soprattutto viene riconsegnata una dignità calpestata e offesa. “Il Vangelo, che ho scelto come strada maestra della mia vita”, dice Nogaro, “mi chiede di essere testimone dei suoi insegnamenti. La donna e l?uomo che soffrono devono vedere la Chiesa schierata per dar soccorso. Ci vorrebbero molti più sacerdoti impegnati nel sociale”. Non parla volentieri del suo operato, il vescovo di Caserta; preferisce che a parlare del suo impegno siano gli altri. A lui si sentono legati da riconoscenza migliaia di disoccupati, senza tetto, giovani disorientati, immigrati che trovano nella sua attenzione l?unico rifugio e l?unica certezza di dignità rispettata in una città che mette abiti con lustrini su corpi affamati. Non c?è uno sciopero dei lavoratori che non veda Nogaro scendere in piazza, una manifestazione dei senza casa che non abbia la sua solidarietà, un ammalato che non riceva il suo conforto. “La Chiesa deve essere accoglienza, inserimento, integrazione, pane e speranza. Deve assistere gli indigenti, quelli che non hanno riparo né speranza per sé e per i propri familiari. Grazie al volontariato riusciamo a raggiungere chi è in cerca di asilo. Ogni uomo ha gli stessi diritti, qualsiasi sia la sua provenienza, la sua collocazione sociale e il suo ruolo”, rivendica Nogaro. Appartengono alla storia della gente di Caserta le sue battaglie per il rispetto degli stranieri. Le sue nottate, con coperte e tè caldo, al fianco di chi, in fila, aspettava l?alba per rinnovare il proprio passaporto. Eppure le sue parole, strumentalizzate dai media e dai politici che ne sono infastiditi, sono state spesso oggetto di polemiche sterili. Come quella seguita alle sue dichiarazioni sui morti di Nassiriya. “Non sopporto che si dica che la pace è solo una questione politica. La pace è il nome laico del Vangelo e io devo testimoniarlo. È il valore assoluto della vita ed esclude qualsiasi forma di violenza. La pace è la parola che annuncia la gioiosa notizia di poter vivere, qualsiasi cosa vada contro la pace afferma l?aberrazione dell?uomo, la sua mercificazione e rappresenta il fallimento della nostra storia. Hanno messo la civiltà occidentale e quella araba di fronte a un confronto destabilizzante: se lasciassero invece a queste due civiltà la possibilità di confrontarsi sui valori autentici della loro fede si avrebbe un grande sviluppo permanente”.


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