Volontariato

Il vero prezzo della Tata

La parola alla difesa/2. Fiat: la low cost non è cosa nostra

di Redazione

Automobili, hotel, gioielli, acciaio, cosmetici, energia elettrica, prodotti chimici: l?impero dei Tata ha un fatturato che sfiora il 3% del Pil indiano. Diffusa in tutto il mondo, questa è la multinazionale più importante del subcontinente asiatico. «Gli accordi con le imprese straniere sono i fiori all?occhiello della nostra industria», spiega Debasis Ray, responsabile comunicazione della Tata Motors.

Vita: La Fiat è tra queste?
Debasis Ray: Certamente. La joint-venture con la Fiat è molto importante: permetterà ad entrambe le aziende di aprirsi sui mercati dove il partner è già forte.
Vita: In Italia la Fiat ha fatto fortuna grazie alle vetture popolari, a prezzi accessibili. Anche Tata è interessata a fare lo stesso in India, con la sua auto low cost?
Ray: Il mercato del nostro Paese è in profonda espansione. Un?auto da 100mila rupie (circa 2mila euro) potrebbe far comodo a diversi milioni di indiani.

Vita: Che tipo di accordo c?è fra Tata e Fiat per la produzione dell?auto low cost?
Ray: Questa vettura è un?idea esclusiva della Tata: la Fiat non c?entra. Potranno fornire qualche consulenza o aiutarci a commercializzarla, ma nulla di più.
Vita: Quando dovrebbe essere pronta?
Ray: A gennaio 2008 vorremmo presentare il modello al Salone dell?auto di New Delhi e poi cominciare la produzione.

Vita: Gli impianti sono già attivi?
Ray: Non ancora: nell?area dove dovrebbe esser prodotta ci sono stati alcuni ritardi.
Vita: Medha Patkar ha parlato di requisizioni forzate e violenze di vario genere contro i contadini di Singur, che non intendono abbandonare l?area. È vero?
Ray: L?area è stata ceduta alla Tata, che ha provveduto a metterla in sicurezza. Non si tratta di requisizioni forzate, ma di cessioni volontarie a fronte di un rimborso già pagato da parte dello Stato del West Bengal. In ogni caso, le persone che si oppongono sono un?esigua minoranza.

Vita: Ci sono stati anche dei morti, in particolare una ragazza 18enne è stata seviziata, strangolata e bruciata.
Ray: In questo caso le indagini sono ancora in corso e non posso pronunciarmi prima della sentenza definitiva.
Vita: Che fine faranno le 10mila famiglie sfollate dall?area?
Ray: Non è vero che ci sono 10mila famiglie sfollate: la maggior parte delle persone hanno potuto conservare la propria abitazione e le proprie terre. In ogni caso l?indotto di Singur produrrà 10mila nuovi posti di lavoro.

Vita: La Tata assumerà i contadini rimasti disoccupati a causa dell?esproprio?
Ray: Per ora non siamo in grado di fare promesse, ma di sicuro alcune persone di quell?area potranno essere assunte.
Vita: Non sarebbe possibile realizzare l?impianto in un?altra area?
Ray: Noi siamo stati ?chiamati? in West Bengal dal governo locale, che ha compreso quali sono le opportunità di sviluppo portate dal Gruppo Tata. Non abbiamo scelto noi il terreno, ma abbiamo chiesto alcune garanzie per lo sviluppo dell?indotto industriale. E il governo ci ha proposto l?area di Singur.
Vita: Non ci saranno compromessi con la popolazione locale?
Ray: La Tata farà moltissimo per la popolazione locale. Accanto all?industria abbiamo previsto una serie di attività che aiuteranno le persone del luogo: educazione, sanità, previdenza sociale. La Tata non si preoccupa solo di costruire automobili, ma anche di sviluppare il benessere dei suoi lavoratori.
Vita: L?immagine della Tata non rischia di essere macchiata dai fatti di Singur?
Ray: No.
di Francesco Candelari


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