Paura e allarme. Le due parole dominanti sui media negli ultimi sei mesi. A cui però fanno riscontro dati di mortalità molto più bassi rispetto a quelli di una normale influenza stagionale. Genesi e risultati dell’ennesimo allerta sanitario mondialedossier a cura di Piero Pacchioli
Mucca pazza, antrace, Sars, aviaria e ora A H1N1. Almeno ogni due anni un nuovo allarme sanitario monta sui media. Se ne parla per mesi ma poi passa e tutti, senza grandi vittime, oggi sono praticamente dimenticati. L’ultima emergenza si chiama «influenza A H1N1». Come negli altri casi, ci troviamo a porci le solite domande: ma quanto è pericolosa questa nuova influenza? E quanto potrà diffondersi? Quante vittime potrà fare? «A tutt’oggi nessuno è in grado di stabilire con certezza cosa accadrà», spiega Rossella Miracapillo dell’Osservatorio Farmaci e salute di MC. «Di certo c’è che il virus sembra accelerare la fine di alcuni soggetti particolarmente deboli. Questo è vero anche per le influenze stagionali, però, e quindi non identifica un rischio specifico del nuovo virus».
Come spiegare allora tutta la paura dei cittadini di fronte a questo virus? Probabilmente il motivo dell’allarme che circola ormai in tutto il Paese deriva da una scorretta informazione. «Non va sottovalutato comunque che il rischio sociale è effettivamente elevato», dice Roberto Coslovi, neuropediatra ed ex direttore della Ssd di Follow up del neonato a rischio dell’Azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma, «perché è possibile che un gran numero di persone si ammali in tempi relativamente ristretti con un dispendio economico elevato».
La pandemia incalza e il 2 settembre arriva la prima vittima italiana. Un uomo di 51 anni a Napoli. In Italia è il panico, scatta il pressing sulla fornitura di vaccino. Il vaccino è urgente e la gente lo richiede a gran voce. A poco servono le rassicurazioni sul fatto che la prima vittima fosse affetta anche da altre gravi patologie. L’elenco dei morti si allunga e a tutt’oggi se ne contano 71, una percentuale, rispetto al totale dei malati, pari allo 0,0029%. Di questi 71 quasi tutti erano affetti da gravi patologie e certamente non rassicura il fatto che probabilmente la loro fine sarebbe arrivata comunque a causa di qualunque altro virus. Infatti, essendo alcuni di loro immunodepressi o avendo altre patologie gravi, erano una porta spalancata su qualunque tipo di virus, che forse però non avrebbe avuto un esito letale così veloce.