Cultura

Il Vaticano lancia un forte appello all’Onu per il disarmo atomico

Ieri l'appello di mons. Martino, rappresentante vaticano all'Onu per il bando degli esperimenti nucleari

di Redazione

La Santa Sede lancia un forte appello per il disarmo atomico in un momento in cui cresce la preoccupazione per il terrorismo nucleare, dopo le minacce di Osama Bin Laden di usare armi non convenzionali. L’11 novembre in un intervento alla conferenza Onu sul disarmo nucleare Mons. Renato R. Martino, Rappresentante Vaticano presso le Nazioni Unite, ha invitato tutti gli stati a rendere operante il trattato sulla proibizione definitiva degli esperimenti nucleari (Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty CTBT). Ricordando la posizione della Santa Sede sull’urgenza di mettere fine alla diffusione delle armi nucleari, mons. Martino dice che “la Santa Sede aggiunge la propria voce a quelli che si appellano agli stati la cui ratifica è necessaria per fare entrare in vigore il trattato.” Il CTBT è stato adottato dall’Assemblea Generale dell’ONU nel settembre 1996; finora 161 stati lo hanno firmato e 84 ratificato. Il trattato entrerà in vigore solo quando tutti i 44 stati inclusi nell’allegato 2 lo avranno ratificato. Questi stati possiedono reattori e centri di ricerca nucleari. Trentuno paesi di questo gruppo hanno già ratificato il CTBT. Il trattato CTBT si aggiunge a quello sulla non proliferazione nucleare (NPT) che mira a impedire una maggiore diffusione degli ordigni atomici. Le potenze nucleari attuali sono Usa, Federazione Russa, Gran Bretagna, Francia, Cina, India e Pakistan. A queste si aggiunge Israele, potenza atomica non dichiarata che non ha firmato il NPT (che prevede ispezioni internazionali alle sue installazioni) ma ha aderito al CTBT. L’importanza di questo trattato è sottolineato dalla pericolosa situazione che si è creata nel subcontinente indiano. Nel 1998 India e Pakistan, paesi divisi da un lungo contenzioso, hanno effettuato test atomici contribuendo a innalzare la tensione nell’area. Con l’avvio delle operazioni militari occidentali in Afghanistan, cresce la preoccupazione che l’arsenale pakistano finisca nelle mani di gruppi terroristi. Per questo, secondo il Washington Post, il Pakistan ha spostato le proprie armi nucleari in 6 località segrete. Di recente Osama Bin Laden, considerato il mandante degli attentati dell11 settembre negli Stati Uniti, ha minacciato di ricorrere ad armi nucleari e chimiche se gli Usa impiegheranno strumenti simili contro l’Afghanistan.


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