Non profit
Il Vaticano è uno Stato #noslot! (e il suo rating vola)
Marco Dotti sul suo blog Seconda Classe analizza la legge n. 18 della "Pontificia Commissione della Città del Vaticano” che contiene norme contro il gioco d'azzardo
di Marco Dotti
«Perché l’azzardo sarebbe peggiore di un qualsiasi altro mezzo di far denaro, per esempio del commercio?». Persino la domanda del Giocatore di Fëdor Dostoevskij sembra cadere nel luogo comune, se a porla retoricamente sono i solleciti speculatori dell’azzardo che, sotto la copertura della legge e dello Stato, stanno minando ogni forma di commercio, di intrapresa, di lavoro e di scambio.
L’8 agosto, Papa Francesco era stato chiaro e in apertura del Motu Proprio contro la speculazione, il riciclaggio e la proliferazione di armi di distruzione di massa affermava: «La promozione dello sviluppo umano integrale sul piano materiale e morale richiede una profonda riflessione sulla vocazione dei settori economico e finanziario e sulla loro corrispondenza al fine ultimo della realizzazione del bene comune» (→ qui).
Esattamente due mesi dopo, l’8 ottobre scorso, la Pontificia Commissione della Città del Vaticano ha adottato una legge, la n. 18 in materia di trasparenza, vigilanza e informazione finanziaria, che al Motu Proprio di Francesco dà spessore e concretezza, anche in tema di azzardo.
Se ne è sta parlando poco, forse perché se ne deve parlare poco. Si è preferito discutere dell’apertura di una sala gioco contigua alle mura di San Pietro in locali di proprietà del regista Rai Michele Guardì (→ qui).
Il Vaticano è dunque uno Stato no slot!
Una posizione netta, tutt’altro che simbolica che ieri, 28 ottobre, è valsa – per quel che vale – una “promozione”, da parte dell’agenzia Standard Ethics (per sapere che cos’è, leggi → qui) che ha alzato al “EE” il rating etico del Vaticano, con la motivazione che «appaiono rilevanti i passi effettuati contro il rischio di riciclaggio, illecito finanziario e finanziamento del terrorismo» (→ qui).
IL TESTO DELLA LEGGE → Legge n. XVIII (2013)
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