Cultura

Il Vaticano ai musulmani: preghiamo insieme per la pace

L'invito nel messaggio inviato per la fine del ramadan dal neo presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, mons. Michael L. Fitzgerald

di Daniela Romanello

“Cristiani e musulmani, crediamo che la pace sia prima di tutto un dono di Dio ed è per questo che le nostre rispettive comunità pregano per la pace e sono sempre chiamate a farlo”, scrive mons. Michael L.Fitzgerald, nuovo presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso nel tradizionale messaggio inviato ai musulmani in vista della festa di “Id al-Fitr” che tra qualche giorno concluderà il mese di digiuno del Ramadan. “Cristiani e musulmani sulle vie della pace”: questo il tema del messaggio che ricorda la giornata di preghiera per la pace voluta dal Papa ad Assisi, lo scorso 24 gennaio, ma anche i terribili conflitti che sconvolgono Medio Oriente, Africa e Asia. “Al fine di ottenere la pace e mantenerla ? scrive Fitzgerald nel messaggio – le religioni possono giocare un ruolo importante che, più che mai ai nostri giorni, la società civile e i governi degli Stati riconoscono loro”.
In particolare viene indicata l?educazione come “ambito dove le religioni possono dare un contributo particolare. Siamo infatti convinti ? si legge nel messaggio ? che le vie della pace passino per l?educazione”. E prosegue: “L?educazione alla pace comporta ugualmente la conoscenza e l?accettazione delle diversità. Imparare a gestire le crisi ? per non farle degenerare in conflitti ? fa anche parte di questa educazione alla pace. Noi siamo lieti di vedere crescere, in numerosi paesi, la collaborazione fra cristiani e musulmani in questo ambito, soprattutto per quanto riguarda una revisione obiettiva dei testi scolastici”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.