Formazione

Il valore per la scuola di domani? La leggerezza

Leggerezza dello spazio e del tempo, del curricolo, dell'impronta sull'ambiente, dell'apparato amministrativo... Già trent’anni fa Italo Calvino introdusse il valore della leggerezza ma oggi è la sfida cruciale: per liberare la scuola dalla sua zavorra dovremmo puntare sulla leggerezza, che non è disimpegno ma al contrario impegno fattivo su 10 punti. Così la scuola potrà "volare sulle ali di Perseo"

di Marco Orsi

Non c’era mai stata un’attenzione così forte verso la scuola. Ci voleva la pandemia. Si è scoperto, ad esempio, che, al pari di altre istituzioni formative quali le università, la scuola raduna in piccoli spazi un gran numero di persone. Una classe di scuola primaria o secondaria, come di un’aula di un corso accademico, sono definite dalla densità di una popolazione di soggetti che insiste su una data superficie inevitabilmente ridotta. E questa è una realtà planetaria. Ma il problema non è solo quantitativo. È stato il grande sociologo Emile Durkheim a farci capire che la densità materiale si lega alla densità morale, di qui l’esigenza di nuove soluzioni per ritrovare un equilibrio che aveva indicato in una forma sociale definita solidarietà organica. E la scuola ha drammaticamente bisogno di trovare questo nuovo equilibrio.

Come rendere flessibile e al tempo stesso solida la scuola? Come contrastare gli elementi che la rendono tanto pesante da assomigliare ad un pachiderma come ci fanno capire con parole diverse, il nostro Baricco in The Game e lo storico Harari nelle sue Lezioni per il XXI secolo? La scuola – sostengono i nostri – appare come un vecchio e pesante opificio industriale che standardizza la produzione. Trent’anni fa Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane per il XXI secolo introdusse il valore della leggerezza: si trattava di volare sulle ali di Perseo. Allora per liberare la scuola dalla sua zavorra dovremmo considerare almeno questi 10 punti:

  1. la leggerezza dello spazio e del tempo: lo spazio scolastico dovrà articolarsi in aree di lavoro plurime, superando la struttura rigida e pesante dei banchi monoposto posti di fronte alla cattedra e dei tempi frazionati di discipline di studio tra loro slegate;
  2. la leggerezza del curricolo: per porre un limite alla pletora di obiettivi e materie si parla da più parti di essenzializzare i curricoli riferendosi alle 8 competenze europee, alle 5 aree del Deep Learning o alle 4 C per il XXI secolo;
  3. la leggerezza come valutazione mite: la valutazione dovrà perdere il carattere pesante di velata minaccia e di motivatore estrinseco, per farsi autenticamente formativa;
  4. la leggerezza come equilibrio tra tattile e digitale: abbiamo bisogno che le nuove generazioni abbiano “i piedi per terra”. Allora essere leggeri vuol dire ritrovare un nuovo equilibrio tra tattile sensoriale e touch digitale, tra mano e cervello, tra emozioni e ragione;
  5. la leggerezza nelle organizzazioni: occorre semplificare e rendere agili le organizzazioni scolastiche, secondo un principio di simplexity. Il che significa diminuire il sovraccarico di progetti, obiettivi, organigrammi, connettendo le azioni e le iniziative in una logica sistemica/olistica;
  6. la leggerezza degli apparati amministrativi: se siamo riusciti in poco tempo a rimettere in piedi e smantellare il relitto della Costa Concordia e a ricostruire il ponte San Giorgio (ex Morandi) riducendo i vincoli burocratici e valorizzando le competenze anche dei dipendenti pubblici, perché non possiamo fare altrettanto per le amministrazioni statali?
  7. la leggerezza della scuola-comunità: il fatto che la scuola venga chiamata plesso dice della sua pesantezza burocratica. Occorre optare per la leggerezza di una scuola-comunità, dove il valore della responsabilità condivisa prosciuga i carichi delle direttive ridondanti, perché il docente diventa un professionista collaborativo;
  8. la leggerezza della comunità educante: la scuola-comunità è invitata a condividere la sua responsabilità con la comunità educante prossimale, in tal modo si ha un alleggerimento, poiché tutto il mondo adulto condividerà quella mission per cui vale il proverbio africano: per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio;
  9. la leggerezza dell’uguaglianza: come scrive l’economista premio Nobel Stiglitz, nel 2017 da soli 27 individui detenevano una ricchezza pari a quella di 3,7 miliardi di persone. La riduzione dei divari renderà la società sobria e solidale, dunque leggera. La scuola – come dimostrano i casi virtuosi della Finlandia e dell’Estonia – può contribuire a diminuire la forbice delle disuguaglianze;
  10. la leggerezza dell’impronta di homo sapiens: alleggerire l’impronta di homo è cruciale. La scuola ha il compito di darsi un curricolo essenziale che includa i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e i principi della Carta della Terra.

Sono ormai vent’anni che è presente in Italia il movimento delle scuole Senza Zaino, le cui buone pratiche sono riconosciute in un volume dell’OCSE di Paniagua e Istance del 2018 dal titolo Teachers as Designers of Learning Environments. E il tema pedagogico di fondo, alla base del gesto di sostituire i pesanti zaini di alunne e alunni, è proprio quello della leggerezza. Il che significa rendere la scuola leggera, non nel senso del disimpegno e della facilità, ma nel senso di quel coinvolgimento operoso e impegnativo richiesto dai 10 punti elencati. Su questi il nostro Piano di Ripresa e di Resilienza, nella parte che riguarda la Missione Scuola, dovrà soffermarsi con più decisione. Forse allora potremo davvero volare sulle ali di Perseo.

*Marco Orsi è ideatore del modello di scuola “Senza Zaino” iniziato a Lucca nel 2002 e presente attualmente in 640 scuole di 296 istituti in Italia.

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