Non c’è giornalismo possibile fuori dalla relazione con gli esseri umani. La relazione con gli altri è l’elemento imprescindibile del nostro lavoro? Credo che per fare del giornalismo si debba essere innanzitutto degli uomini buoni o delle donne buone? se si è una buona persona si può tentare di capire gli altri, le loro intenzioni, la loro fede, i loro interessi, le loro difficioltà, le loro tragedie. E diventare parte del loro destino. Il vero giornalismo è quello intenzionale, vale a dire quello che si dà uno scopo e che mira a produrre qualche forma di cambiamento.
Senza l’aiuto degli altri non si può scrivere un reportage né una storia. Ogni reportage ? anche se firmato da chi l’ha scritto ? in realtà è il frutto del lavoro di molti. Il giornalista è l’estensore finale, ma il materiale è fornito da moltissimi individui. Ogni buon reportage è un lavoro collettivo e senza uno spirito di cooperazione, di comprensione reciproca, scrivere è impossibile. Ho incontrato centinaia di grandi, meravigliosi giornalisti: nessuno di loro era un cinico. Al contrario erano persone molto legate a ciò che stavano facendo, molto serie, in generale persone molto umane.
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