Volontariato

Il tutore per i minori ucraini? Non è ingerenza, ma sostegno

Perché stiamo considerando come "non accompagnati" tutti i minori in Italia senza un genitore, nominando un tutore? Cristina Maggia, presidente del Tribunale per i Minorenni di Brescia, spiega le ragioni della scelta fatta. «La nomina di un tutore italiano non prelude ad un allontanamento dei bambini dai loro riferimenti affettivi o ad una separazione dai loro compagni. Occorre, tutti insieme, contrastare istinti predatori e possibili sparizioni di bambini non tracciati correttamente, peraltro purtroppo già verificatesi»

di Cristina Maggia

Ho letto un paio di giorni fa con dispiacere le affermazioni di alcuni esponenti del Terzo settore riferite alla situazione dei minori ucraini in fuga dalla guerra. Pur disponibile alle critiche purché costruttive, non ho potuto condividerne né i toni né la rigidità della posizione, voglio sperare dettata non da aprioristica sfiducia nell’operato della autorità giudiziaria minorile, ma da una unilaterale conoscenza della realtà e sento di dover in qualche modo rispondere.

Tutti noi apprezziamo il grande lavoro svolto da tante serissime associazioni del Terzo settore che ringraziamo per la dedizione e la generosità, tuttavia credo che in un momento così difficile e complicato atteggiamenti di sterile contrapposizione producano confusione in luogo di aiuto e serenità. Chi viene dalla guerra ha bisogno di pace.

Mi spiego: il fenomeno a cui stiamo assistendo è del tutto nuovo, profughi europei fuggono da un paese europeo per raggiungere altri paesi europei. Non cercano integrazione e stanzialità, lavoro, un’altra vita, come i migranti che siamo abituati a conoscere. Cercano un riparo che sperano, come tutti noi, sia provvisorio, per fare ritorno al più presto in patria. Fra di loro il 90% è composto di donne e bambini, il 10% da anziani. Hanno reti familiari autonome di aiuto che li supportano sull’urgenza, ma fino a quando queste famiglie amiche saranno in grado di farlo e di sopportarne il peso economico? Fino a quando sarà necessario? Nessuno è in grado di dirlo.

In questa situazione tutte le istituzioni sono impegnate a costruire percorsi e cornici chiare, governate dallo Stato, entro cui muoversi. Il Ministero dell‘Interno ha nominato un Commissario straordinario dedicato che sta dialogando con tutti i Ministeri per il necessario raccordo fra le norme e le rispettive esigenze organizzative e operative.

La guerra è scoppiata da poco più di un mese e sono state messe in campo già una serie di misure significative a tempo di record, quanto alla protezione umanitaria provvisoria, quanto alle misure sanitarie, alla implementazione dei circuiti di accoglienza, alla riorganizzazione delle Polizie di frontiera per il tracciamento.

Nessuno è rimasto fermo, tantomeno i Tribunali per i Minorenni che hanno visto, specie in alcune regioni del nord (in Lombardia ci sono il 40 % di tutti i profughi giunti in Italia), aumentare all’improvviso in modo esponenziale il loro carico di lavoro, già non lieve.

Come sono intervenuti i Tribunali per i minorenni? Applicando la legge Zampa sui minori stranieri non accompagnati dell’aprile 2017, il decreto n. 220/2017 che attribuisce la competenza per queste tutele ai Tribunali per i Minorenni, la decisione della Cassazione che equipara ai minori stranieri non accompagnati e che pertanto necessitano di una procedura a tutela ad hoc anche i minori presenti sul territorio senza i genitori ma da loro affidati ad un familiare parente o conoscente che vive in Italia.

Cosa prevede la legge? L’apertura di una procedura a tutela e la nomina di un tutore volontario che rappresenti sul territorio italiano il minore solo, tutore che può anche essere, previo controllo da parte dei servizi e delle forze dell’ordine, il familiare o parente o amico al quale i genitori hanno affidato il figlio, purché residente in Italia.

In assenza di questa figura, in base alla legge Zampa si farà ricorso ad un tutore volontario italiano, il cui compito è quello di interagire con le istituzioni sanitarie, scolastiche, giudiziarie, i servizi sociali nell’interesse di quel bambino, e di vigilare affinché la situazione di accoglienza sia conforme all’interesse e alla protezione del minore, fra l’altro in un periodo in cui la carenza di risorse del comparto welfare è sempre più marcata in tanti territori italiani.

C'è una decisione della Cassazione che equipara ai minori stranieri non accompagnati anche i minori presenti sul territorio senza i genitori ma da loro affidati ad un familiare parente o conoscente che vive in Italia. La legge prevede l'apertura di una procedura a tutela e la nomina di un tutore volontario che rappresenti sul territorio italiano il minore solo, tutore che può anche essere il familiare o parente o amico al quale i genitori hanno affidato il figlio, purché residente in Italia. In assenza di questa figura, in base alla legge Zampa si farà ricorso ad un tutore volontario italiano

Cristina Maggia

Nel territorio del Distretto di Corte di Appello di Brescia, ma anche di Milano, in assenza di un numero sufficiente di tutori volontari adeguatamente formati al compito, si è chiesta la collaborazione dei Consigli dell’Ordine degli avvocati, affinché reperissero fra i loro iscritti coloro che – preferibilmente specializzati in diritto minorile e familiare – potessero collaborare. La risposta è stata superiore alle aspettative, gli avvocati lombardi hanno dato subito grande disponibilità ovviamente gratuitamente. In altri territori si è dato incarico di svolgere la funzione di tutore ai Sindaci o altri organismi dei servizi pubblici. Sarebbe assai più semplice e meno faticoso aderire a tesi confezionate a tavolino da alcuni accademici, tesi che tuttavia non hanno il pregio di dare risposte concrete e sostanziali ai bisogni di protezione di questi minori, bisogni da soddisfare al più presto nel modo più concreto ed efficace possibile.

So bene che molti bambini arrivano accompagnati da educatori degli istituti ucraini in cui vivevano, o dal responsabile dell’istituto o delle case famiglia in cui erano stati collocati e che spesso queste figure di riferimento importanti per i minori sono in possesso della nomina a tutore da parte della autorità amministrativa ucraina (per inciso, in Ucraina la nomina a tutore è fatta da una autorità amministrativa, in Italia da una autorità giudiziaria ed è una differenza importante). Tuttavia anche le norme della Convezione Aja (art. 5 e 6) prevedono che si applichi quanto alla protezione in caso di emergenza guerra la normativa del Paese che ha accolto i profughi.

So bene che molti bambini arrivano accompagnati da educatori degli istituti ucraini in cui vivevano, o dal responsabile dell’istituto o delle case famiglia in cui erano stati collocati e che spesso queste figure di riferimento importanti per i minori sono in possesso della nomina a tutore da parte della autorità amministrativa ucraina. Tuttavia anche le norme della Convezione Aja prevedono che si applichi quanto alla protezione in caso di emergenza guerra la normativa del Paese che ha accolto i profughi.

Cristina Maggia

La nomina di un tutore italiano prevista dalla legge Zampa non deve essere assolutamente percepita come una indebita ingerenza nelle vite delle famiglie ucraine, né tantomeno è corretto pensare che possa preludere ad un allontanamento dei bambini dai loro riferimenti affettivi anche non genitoriali o ad una separazione dai loro compagni ove viaggino in gruppo.

Va nominato ai minori un tutore italiano per mere ragioni di concreto sostegno in un momento così difficile e doloroso. Si ritiene infatti che l’affiancamento di un tutore italiano con competenze legali, che conosce la lingua e il funzionamento delle istituzioni locali, sia un arricchimento e un supporto a favore dei minori e dei loro accompagnatori ucraini, per facilitarli nella complessa organizzazione delle istituzioni italiane. Si ribadisce – e in alcuni decreti di nomina è sottolineato – che il tutore italiano nominato dovrà confrontarsi con il riferimento affettivo adulto del minore per ogni scelta significativa, sarà tenuto a verificare che il minore sia in condizioni abitative, sanitarie, educative decorose, attivando in caso contrario percorsi di sostegno posti in essere dai servizi competenti.

Il ruolo del tutore italiano nominato è disegnato dalla legge n. 47/2017, egli affianca e sostiene un minore senza genitori sul territorio italiano, il suo ruolo non attiene a quello esercitato nelle procedure giurisdizionali di affido ed adozione oggetto della più nota attività dei Tribunali per i Minorenni.

La nomina di un tutore italiano prevista dalla legge Zampa non deve essere assolutamente percepita come una indebita ingerenza nelle vite delle famiglie ucraine, né tantomeno è corretto pensare che possa preludere ad un allontanamento dei bambini dai loro riferimenti affettivi anche non genitoriali o ad una separazione dai loro compagni ove viaggino in gruppo. Va nominato ai minori un tutore italiano per mere ragioni di concreto sostegno in un momento così difficile e doloroso. Si ribadisce – e in alcuni decreti di nomina è sottolineato – che il tutore italiano nominato dovrà confrontarsi con il riferimento affettivo adulto del minore per ogni scelta significativa

Cristina Maggia

Occorre garantire a questi bambini il massimo della attenzione e della protezione sia da situazioni poco limpide di cui le Questure iniziano ad avere contezza, sia da improvvisate collocazioni che, non governate, possono aprire la strada a veri e propri “impossessamenti” di questi minori biondi, belli e con gli occhi azzurri. È amaro verificare che ben diversa mobilitazione vi è di solito per i bambini soli, che hanno perso i genitori nelle traversate della morte in Mediterraneo e che hanno però la pelle scura.

Naturalmente e nei limiti del possibile, quanto ai di minori che viaggiano con figure adulte di riferimento non genitoriali, una volta rintracciata una collocazione idonea, saranno lasciati quanto più possibile insieme fra loro e in ogni caso con almeno uno o più educatori. Ci si rende certamente conto che l’avere sperimentato un frettoloso allontanamento dal loro paese a causa di un fatto traumatico come una guerra, oltre allo sradicamento, allo spaesamento e al senso di impotenza e angoscia che sempre si accompagna a simili vicende tragiche, sono elementi da non sottovalutare. Questi stati d’animo uniti alla non conoscenza della lingua e delle modalità di vita italiane da parte dei minori e dei loro accompagnatori adulti, consigliano di reperire sull’urgenza collocazioni il più possibile neutre, che consentano agli stessi di restare insieme almeno a gruppi, con alcuni dei loro educatori, di parlare la loro lingua e di non essere esposti ad una ulteriore situazione stressante che sarebbe inevitabilmente provocata dalla separazione e da un frettoloso collocamento nelle pur generose famiglie italiane che abbiano dato disponibilità.

Occorre garantire a questi bambini il massimo della attenzione e della protezione sia da situazioni poco limpide di cui le Questure iniziano ad avere contezza, sia da improvvisate collocazioni che, non governate, possono aprire la strada a veri e propri “impossessamenti” di questi minori biondi, belli e con gli occhi azzurri. È amaro verificare che ben diversa mobilitazione vi è di solito per i bambini soli, che hanno perso i genitori nelle traversate della morte in Mediterraneo e che hanno però la pelle scura.

Cristina Maggia

Deve essere assolutamente chiaro che occorre, tutti insieme, contrastare istinti predatori e possibili sparizioni di bambini non tracciati correttamente, peraltro purtroppo già verificatesi.

Tutti coloro che hanno a cuore il benessere di questi minori dovrebbero collaborare in modo costruttivo con le istituzioni, senza inutili polemiche, perché solo la presenza dello Stato può offrire garanzie di omogeneità e coerenza degli interventi. Il contatto dei Tribunali per i Minorenni con i Consolati e con l’Ambasciata ucraini è costante, come pure il desiderio di costruire la migliore accoglienza possibile.

Confidando che nell’interesse dei minori si riescano a superare contrasti e inutili rigidità, ringrazio coloro che hanno avuto la pazienza di leggere.

*Cristina Maggia è Presidente del Tribunale per i Minorenni di Brescia e Presidente di Aimmf-Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia.

Foto di Bryan Smith/Avalon/Sintesi

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