Famiglia

Il turismo sostenibile ringrazia le donne

Aitr traccia l’identikit del viaggiatore responsabile

di Chiara Cantoni

Sesso: femminile, nel 60% dei casi. Età: fra i 30 e i 40 anni. Ceto sociale: medio-alto. Segni particolari: ottima istruzione. È questo, grosso modo, l?identikit del turista responsabile, così come è emerso dal Forum Aitr sui progetti avviati nei Paesi del Sud del mondo. Il presidente, Maurizio Davolio, tira le somme: «Le adesioni ai viaggi organizzati dai nostri tour operator salgono del 5% l?anno, per un totale di 50 destinazioni, oltre 200 itinerari e 4.500 persone partite nel 2006. Fra queste, molte coppie in luna di miele».

Un incremento modesto, sì, ma costante, cui va aggiunto un numero consistente di turisti fai-da-te, che si organizza autonomamente, informandosi sul web e prendendo contatto diretto con le ong o le realtà locali. «Si tratta di un fenomeno emergente», continua Davolio, «che risulta dalle testimonianze rilasciate sul sito Aitr e dalle segnalazioni provenienti dai partner internazionali». Le mete più gettonate? «Attualmente, i Paesi dell?America Latina, percepiti come più sicuri rispetto a quelli del Sud Asia, spesso teatro di guerre civili o catastrofi naturali. Anche in Africa stanno emergendo esperienze interessanti. In Senegal, ad esempio, dove operano le nostre ong, assistiamo alla nascita di piccoli network locali, in grado di gestire i flussi turistici provenienti dall?Italia. Segno che le comunità cominciano a organizzarsi secondo un modello di sviluppo in rete. Una novità molto significativa».

E, a quanto pare, niente affatto isolata. «In questi anni il Belpaese ha dimostrato grande capacità propositiva nel campo del turismo responsabile: le esperienze e i modelli di progettualità italiani cominciano a essere replicati in tutto il mondo, come ci è stato confermato dalle rappresentanze internazionali presenti al Forum», dice Alfredo Somoza, past president Aitr. «L?intuizione vincente? Che le istanze del turismo responsabile potessero essere applicate anche a livello nazionale, in collaborazione con la società civile. Abbiamo sfatato il mito di un turismo prettamente a distanza e, perciò, anche costoso. Attualmente, contiamo 40 soci attivi in Italia con le proposte più svariate, dalle catene di bed & breakfast alle reti di accoglienza famigliari, dagli itinerari nei parchi naturali a quelli per disabili».


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