Non profit

Il turismo italiano riparte a piccoli passi

di Marina Moioli

Sembra esserci davvero tanta voglia di camminare oggi, in Italia, se si considera la nutrita bibliografia di ben 78 titoli disponibili tra saggi, manuali, diari, racconti e guide usciti solo nell’ultimo anno, tema “l’andare a piedi”. E non si tratta di autori super allenati con il pallino per il trekking estremo, ma di persone normalissime e di tutte le età, che stanno riscoprendo un modo di viaggiare diverso. Lento e più sostenibile, sì. Ma anche molto low cost, cosa che di questi tempi non guasta.

Non solo pellegrini
Non si spiegherebbe altrimenti gli oltre 14mila gli iscritti alla newsletter de “la Boscaglia”, un operatore turistico che, ogni anno, manda a spasso, su e giù per la penisola, circa 1.200 persone. Né il successo delle “Feste del camminare”, come quella organizzata dal 23 al 25 marzo a Vicopisano (PI) dall’associazione “Tra Terra e Cielo” che vedrà come protagonista Flaviano Bianchini, autore del libro In Tibet. Un viaggio clandestino, che dice: «Il vero viaggio, il viaggio di scoperta e di esplorazione, è solo il viaggio a piedi». «Il camminare è la più preziosa delle fonti di conoscenza», gli fa eco lo scrittore Enrico Brizzi, che per celebrare i 150 anni dell’Unità si è messo in marcia con un gruppo di amici dalla Vetta d’Italia a Capo Passero: 2.191 chilometri battuti in 90 tappe, esperienza da cui ha tratto il libro Gli psicoatleti.
Anche se in Italia non esiste la tradizione del pellegrino-viandante che ha fatto la fortuna del Cammino di Santiago de Compostela ? dove almeno 350mila persone nel 2011 hanno percorso, interamente o parzialmente, gli 800 km dello storico tracciato dormendo negli ostelli ? anche da noi i “Cammini della fede” non sono più un fenomeno di nicchia ma una prospettiva sempre più concreta di sviluppo turistico. Un tema che ha tenuto banco anche durante l’ultima edizione della Bit, la Borsa del turismo di Milano, dov’è stata presentata “Cammini d’Europa”, una rete di cooperazione internazionale nata con il sostegno dell’Ue e mirata allo sviluppo dei territori e delle economie locali. Tra questi, in Italia ci sono gli itinerari regionali come il “Cammina cammina. Da Fidenza a Lucca lungo la via Francigena”, il percorso spirituale in provincia di Treviso dall’abbazia di Follina al Santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza o il cammino sulle orme dell’apostolo Tommaso in Abruzzo.

Dalla Val Trebbia all’Europa
Ma il più interessante dal punto di vista del ritorno economico per il territorio è il progetto “Sulle vie pellegrine in val Tidone e val Luretta”, nato dalla collaborazione della Provincia e della Diocesi di Piacenza. «Siamo partiti da uno studio scientifico su una raccolta di circa 200 antiche mappe dal 1500 al 1800, e sulla base dei riscontri storici abbiamo sviluppato tre diversi percorsi turistici, da compiere preferibilmente a piedi, dal Po fino a Bobbio», spiega il professor Giuseppe Cattanei dell’Università di Milano. Un progetto su cui la Provincia di Piacenza ha investito 110mila euro e che ha visto il coinvolgimento di tutti i 14 Comuni delle due valli interessate, oltre al Comune di Bobbio in Val Trebbia. «Oggi è indispensabile investire in cultura e nelle tradizioni locali, ma i singoli Comuni non possono farsi pubblicità in modo autonomo: è necessario adottare un’ottica di sistema che unisca fianco a fianco Province, Comuni e associazioni che operano sul territorio. Il turismo si fa con gli operatori economici che, con la pubblica amministrazione, hanno il compito di credere in un progetto comune», ha detto il vicepresidente e assessore al Turismo, Mauro Parma illustrando il progetto. Per ora tutto è ancora sulla carta, ma dal mese di aprile saranno operativi i sei diversi pacchetti turistici per portare i nuovi “viandanti” in un territorio ancora quasi del tutto sconosciuto e per far loro scoprire, come recita lo slogan dell’iniziativa, «l’umile grandezza di una terra millenaria». Meglio, naturalmente, se si è disposti a farlo a piedi…

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.