Volontariato

Il turismo dei “piccoli”snobbato dalle istituzioni Una rete di 6mila realtà nei piccoli borghi, 20mila eventi organizzati ogni annoMa non possono dire la loro sulle “strategie del settore”… di Riccardo Bianchi

il caso Le Pro loco escluse dalla Conferenza nazionale

di Redazione

Dimenticanza o esclusione voluta? È nato un piccolo giallo attorno all’esclusione delle Pro loco dalla Conferenza italiana per il turismo. Il 20 giugno, a Riva del Garda, i lavori si sono aperti senza nessun rappresentante di questa importante realtà del turismo “di base”. Un copione che si ripete, visto che era accaduto lo stesso anche nel 2006, a Montesilvano. Un bis che non va giù a Claudio Nardocci, presidente dell’Unione nazionale Pro loco d’Italia, che il 16 giugno prende carta e penna e scrive ai responsabili italiani del settore una lettera aperta intitolata Il turismo dimenticato. Accusa gli organizzatori di non aver rispettato l’articolo 3 della legge 135/01, dove si dice che alla Conferenza mazionale del turismo devono essere convocate anche le Pro loco. «Questa sgradevole dimenticanza è già avvenuta due anni fa», afferma Nardocci, «eppure siamo sempre in prima linea per tutelare e promuovere il patrimonio artistico italiano, abbiamo 20 milioni di turisti che ogni anno partecipano alle nostre manifestazioni».
La risposta arriva giovedì 19, il giorno prima dell’evento. L’assessore trentino, Tiziano Mellarini, invia una lettera di scuse all’Unpli. Offre all’associazione uno spazio per intervenire, molti minuti in più di quanto riservato agli altri relatori. Nardocci ringrazia, ma declina l’invito. «Soltanto Mellarini ci ha fatto sapere qualcosa», sostiene il presidente, «dal dipartimento del Turismo della presidenza del Consiglio e dalla Conferenza delle Regioni non abbiamo avuto nessuna risposta. È la dimostrazione che il “sistema turismo” è trattato in maniera approssimativa».
Secondo Roberto Stanchina, del dipartimento del Turismo della Provincia di Trento, si tratterebbe di un semplice errore tecnico: «Abbiamo copiato l’elenco degli invitati di due anni fa. Le Pro loco però non possono appellarsi alla legge 135, perché da quando il turismo è passato alle Regioni, quella norma non ha più effetto». Secondo Stanchina la modifica del titolo V della Costituzione ha di fatto passato «l’organizzazione alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la manifestazione si chiama Conferenza italiana del turismo, e non “nazionale”».
Al dipartimento del Turismo della presidenza del Consiglio dicono di non saperne niente. Ma il coordinatore degli assessori regionali al turismo, l’abruzzese Enrico Paolini, dà una diversa versione dei fatti. «Abbiamo focalizzato gli incontri sul problema economico, per questo abbiamo invitato soltanto gli organismi autonomi che operano nel settore», cioè Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e le cooperative. «Volevamo un confronto ristretto tra Regioni e imprenditori per redigere un piano strategico di rilancio del settore».
Come a dire, care Pro loco, non era materia vostra. Eppure l’Unpli rappresenta 5.600 Pro loco, con 600mila iscritti, migliaia di volontari che organizzano oltre 20mila iniziative ogni anno a cui partecipano milioni di turisti. Eventi, sagre, iniziative che nei piccoli borghi rappresentano eccome un motore economico, la piccola economia turistica che in molti casi è l’unico baluardo contro lo spopolamento dei nostri piccoli borghi. Insomma, che sia stata dimenticanza o esclusione volontaria a Riva del Garda non si è certo fatto un favore al nostro turismo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA