Economia

Il tubo e lo straccio

Sul suo blog Leonardo Becchetti “La felicità sostenibile” ragiona di derivati, Mps, tobin tax e politica

di Redazione

La grande critica alla tassa sulle transazioni finanziarie è che l’imposizione sui derivati avrebbe bloccato l’uso sacrosanto degli swap per fare hedging sui tassi d’interesse impedendo alle banche di ridurre i costi dei mutui ai clienti. La realtà è un po’ diversa perché i derivati, anche quelli presunti di copertura, sono dinamite maneggiata in modo spesso spregiudicato. L’ennesimo caso di derivati di copertura (swap su mutui) che non coprono ma anzi aumentano il rischio e l’uso spregiudicato degli stessi per mettere a posto bilanci nel breve creando problemi nel lungo periodo è scoppiato ieri portando alle dimissioni l’attuale presidente dell’Abi Mussari e mettendo in luce un grosso buco nei conti di MPS.

Nel frattempo gli allarmi delle maggiori commissioni indipendenti (Vickers nel Regno Unito, Liikanen nell’UE) continuano a rimanere inascoltati. E con essi l’appello alla separazione tra banca commerciale e banca d’affari, a sistemi di controllo del rischio più trasparenti, alla regolamentazione di tutti gli strumenti di finanza derivata. Senza separazione tra banca commerciale e banca d’affari il ricatto continuerà e i buchi dell’attività speculativa di giganti troppo grandi per fallire dovranno essere ripianati dai contribuenti per salvare i depositanti, scudi umani in ostaggio di istituti di credito spericolati.

Mentre ieri l’UE approvava il percorso di cooperazione rafforzata che dovrebbe portare ad un’armonizzazione della regolamentazione europea della tassazione dell’inquinamento finanziario, alcune forze della società civile hanno posto alcune domande ai candidati alle elezioni relativamente alle loro intenzioni sulla riforma del sistema finanziario.

Cosa intendono fare le forze politiche sulla riforma dei requisiti di capitale (Basilea III), sulla tassa sulle transazioni, sulla Volcker Rule, sulla lotta ai paradisi fiscali? Intendono fare tesoro della letteratura scientifica in materia ormai concorde nel sottolineare i pericoli delle banche troppo grandi per fallire e troppo complesse per essere regolate? Nel sottolineare la maggiore capacità di servizio al territorio attraverso l’attività bancaria tradizionale di istituti di credito cooperativi non volti alla massimizzazione del profitto?

Mentre la tubatura rotta del terzo piano (la finanza internazionale) continua a perdere allagando tutti i piani inferiori al piano terra i nostri politici continuano a litigare su chi deve passare lo straccio. E nelle loro agende non c’è uno straccio di idea su come intervenire per riparare il guasto.
Nel frattempo la finanza internazionale un genio ormai uscito dalla lampada, una macchina impazzita che nessuno sembra in grado di controllare intraprende vertiginose ascese e discese dando ogni volta l’illusione a chi beneficia della speculazione del momento di avere il controllo della situazione. Fino alla prossima rovinosa inversione di tendenza.

dal blog di Leonardo Becchetti Repubblica.it
In copertina Giuseppe Mussari, presidente dimissionario di Fondazione Mps 

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