Non profit
Il trionfo di Cohn-Bendit
Il leader ecologista francese è la vera sorpresa delle europee. Ecco i contenuti della sua campgna
di Redazione

La vera sorpresa di queste elezioni europee è lui, Daniel Cohn-Bendit: quarant’ anni dopo aver guidato il ’68 degli studenti e delle barricate a Parigi, Dany il rosso ha trascinato la lista verde Europe Ecologie a un risultato storico per i Verdi francesi ed europei: un 16% che pone gli ‘ecolos’ francesi in un serrato testa a testa con il partito socialista, in netta difficoltà, per il ruolo di secondo partito in Francia, dopo l’ Ump di Nicolas Sarkozy, nettamente in testa con il 28%. Come spiega Ermete Realacci, il successo di Cohn-Bendit si spiega in due modi: la forza dei temi portati e il suo schieramento moderato a destra del Ps francese. «Il leader ecolo ha condotto una campagna tutta in positivo, senza polemizzare con Sarkozy. Questo lo ha premiato».
«Preferisco essere un “vecchio adolescente” che un “vecchio sorpassato”», aveva detto di sé Daniel Cohn-Bendit davatnti ai militanti ecologisti di tutto il continente arrivati per assistere al congresso di Bruxelles lo scorso marzo. «I beg you pardon», si scusa questo tedesco che parla saltando da una lingua all’altra, «ma purtroppo non potrò viaggiare in tutti i paesi per fare campagna elettorale». I rimproveri gli arrivano solo dal partito francese, dove è la testa di una delle due liste dei Verdi dell’Ile-de-France, la regione parigina, perché dovrà lasciare la Francia e visitare almeno una dozzina di paesi europei per sostenere i suoi compagni. «Il programma dei Verdi è fondato su due pilastri, rivendica Cohn-Bendit: l’immediato, ad esempio il sostegno alla formazione di chi ha perso il lavoro in modo che possa intraprendere un altro mestiere, ed il lungo termine, per un’industria ecosostenibile. Non c’è solo il settore dell’auto, tutto “l’ambiente europeo” deve essere trasformato in modo da consumare meno energia. Infine bisogna investire nell’agricoltura ecosostenibile: trasformando l’agricoltura si crea anche del lavoro».
Come può avvenire questa riconversione dell’industria dell’auto senza mandare troppa gente in disoccupazione?
«Anche prima della crisi finanziaria in Europa venivano prodotte troppe automobili. La riconversione ecologica è il solo mezzo per salvare i posti di lavoro, ma bisogna che una parte dei lavoratori del settore sia formata per un altro mestiere, perché non potrà rimanere nell’auto. Chi dice il contrario mente alla gente».
Vede nel piano di Obama un modello positivo per l’Ue?
«Soprattutto per quanto riguarda la subordinazione degli aiuti alle industrie all’aumento delle riforme».
«Per quanto riguarda l’Europa occorre saper dire che serve un progetto europeo sociale ed ecologico per uscire dalla crisi. Deve essere il direttore dei lavori, deve opporsi ai governanti, al Consiglio, e cercare l’alleanza con la maggioranza del Parlamento in questa trasformazione sociale ed ecologica».
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