È ancora una boutade di inizio estate. Ma fra qui e la fine (dell’estate) il trekking dei commons potrebbe diventare realtà. Una camminata tra usi civici, regole, magnifiche comunità e altre forme di proprietà collettiva che da epoca non sospetta (qualche secolo) hanno ben chiaro il concetto di “sostenibilità” applicato all’utilizzo del territorio.
È un’iniziativa che ha un valore insieme turistico, culturale e, perché no, politico. A maggior ragione oggi, quando si scopre che nell’elenco dei beni demaniali che lo Stato vuole trasferire agli enti locali ci sono “cespiti” come le Dolomiti. Quelle stesse Dolomiti che poco più di un anno fa venivano inserite dall’Unesco tra i patrimoni dell’Umanità. E non certo per merito di enti regionali, provinciali o comunali che ora litigano per accaparrarsi le risorse (magari poi da svendere sul mercato), ma grazie a forme di gestione dei beni collettivi come ad esempio le regole di Spinale e Manez. Una proprietà indivisa che dal 1249 garantisce la fruizione collettiva di una magnifica porzione di pascoli e boschi nel gruppo di Brenta, dalle parti di Madonna di Campiglio, in Trentino.
Sull’home page del sito (www.regolespinalemanez. it) hanno voluto mettere questa bella frase di Carlo Cattaneo: «Questi usi non sono abusi, non sono privilegi, non sono usurpazioni; è un altro modo di possedere, un’altra legislazione, un altro ordine sociale che inosservato discese da remotissimi secoli fino a noi… Sono i discendenti di un intero popolo… che pasceva i suoi bestiami in tutta l’ampiezza dei suoi confini…»
Probabilmente si inizierà da qui con il primo trekking. Accompagnati da esperti che ricostruiranno il percorso storico di queste istituzioni e che ne illustreranno il potenziale di sviluppo guardando non solo ad asset materiali, ma pure alla produzione immateriale, come la conoscenza. Un tema, quest’ultimo, affrontato nell’ultima fatica editoriale di Elinor Ostrom, premio Nobel per l’economia e massima esperta di istituzioni per la gestione dei commons. Dunque zaino in spalla per una sana seduta di “affaticamento” dedicata soprattutto a operatori sociali che intorno alla gestione dei beni comuni costruiscono i loro progetti d’impresa. Si sentiranno comunque a casa, anche oltre i duemila metri. Seguiteci sul blog «Fenomeni!».
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