Cultura

Il “tradimento” di Obama sugli ogm

Via libera a un decreto (ribattezzato "Protezione Monsanto") che neutralizza i controlli sulle sementi ogm e impedisce le azioni legali contro quelle meno sicure. Agricoltori ed ecologisti si infuriano e marciano sulla Casa Bianca, rea di non aver mantenuto le promesse

di Gabriella Meroni

E' bufera negli Stati Uniti sugli ogm. Il presidente Obama ha infatti firmato due giorni fa quello che gli attivisti già chiamano il "Monsanto Protection Act", ovvero un decreto relativo a finanziamenti in campo agricolo che contempla, in un comma, la possibilità per le industrie biotech di evitare alcuni controlli prima previsti sui semi ogm che stanno per essere immessi sul mercato. In pratica, per i detrattori il decreto facilita l'immissione in commercio di prodotti ogm, eliminando o attenuando fortemente le verifiche fin qui previste.

Normalmente, un una nuova semente ogm prima di essere immessa in commercio deve essere approvata dal ministero dell'Agricoltura americano, l'U.S. Department of Agriculture (USDA); contro qualunque semente può essere però presentata azione legale, e in quel caso i controlli devono rafforzarsi e ulteriori verifiche essere messe in campo per dimostrare che il prodotto è sicuro per la salute. Ora il "Monsanto Protection Act" eliminerebbe gran parte dei controlli di routine e renderebbe impossibile intentare cause contro ogm "sospetti".

Di qui la vibrante protesta dei gruppi ecologisti, dei sostenitori dell'agricoltura biologica e della biodiversità ma anche di molte associazioni di agricoltori tradizionali, che mercoledì 27 marzo hanno manifestato il loro dissenso davanti alla Casa Bianca; inoltre una petizione indetta da Food Democracy Now ha raccolto ben 250mila firme.

La Monsanto, da parte sua, si difende sottolineando che il decreto, così come è stato firmato dal presidente, era stato depositato in Parlamento quasi in anno fa, raccogliendo un sostegno bipartisan. Inoltre, secondo il gigante del biotech, la nuova normativa proteggerà l'industria alimentare che utilizza gli ogm dalle "tante cause pretestuose intentate anche contro prodotti assolutamente sicuri" e contro "l'oscurantismo" dei nemici della scienza.

Le proteste, però, non si placano, soprattutto contro il presunto "tradimento" del presidente Obama – già ribattezzato in rete GmObama -, che si era espresso più volte contro il proliferare degli ogm e la cui moglie Michelle è da sempre paladina del cibo naturale. E mentre c'è chi arriva ad ipotizzare l'inserimento della norma pro-Monsanto a opera di una manina anonima, all'insaputa dello stesso presidente, secondo altre fonti lo stesso Obama avrebbe confidato ai collaboratori di aver firmato in nome della trasparenza e per permettere agli americani di scegliere se mangiare prodotti geneticamente modificati o no. Peccato che l'obbligo di indicare in etichetta la presenza di ogm in qualunque cibo messo in vendita non sia ancora entrato in vigore negli Stati Uniti. Non a caso, proprio questa è diventata la nuova battaglia di Food Democracy Now.

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