Non profit
Il tour emiliano di Cgm: tre tappe per imparare a comunicare
Dopo Forlì e Reggio, incontro finale a Bologna dal 15 al 19
di Redazione

Per noi “Condividere il cuore” è stata una opportunità», premette Fabio Magnani, presidente del consorzio forlivese Ccs, «e cioè l’occasione di collegare il nostro 25esimo compleanno con questa iniziativa di visibilità nazionale».
Mutualità anche nella comunicazione, insomma, un campo nel quale ancora una volta due più due non fa soltanto quattro. Forlì è stata infatti la prima tappa del tour che il gruppo cooperativo Cgm ha intrapreso per interloquire, territorio per territorio, con i cittadini. Rimanendo in Emilia, dopo Reggio sarà la volta di Bologna (dal 15 al 19 dicembre). «Una tappa che è la chiusura di un percorso», annota Claudio Marconi, direttore del consorzio regionale Winner (Welfare e innovazione in Emilia Romagna) che aggiunge: «Questi eventi hanno una forte valenza interna ed esterna. Interna perché consentono una fitta collaborazione tra i soci e sollecitano un significativo risveglio di interesse verso la rete nazionale. Esterna perché in ogni città, grazie alla formula più leggera rispetto a quella tipica del convegno serio e magari un po’ pesante, si creano occasioni per presentare ai concittadini le molte attività delle cooperative».
A Forlì, ad esempio, accanto a spazi permanenti ogni giorno, si sono tenuti incontri anche sorprendenti organizzati dagli stessi soci: la cooperativa che smonta i rifiuti elettronici e fa lavorare i carcerati, quella che organizza lo sportello badanti, quella che propone ai giovani il servizio volontario europeo, sono solo alcuni degli esempi. Scelte concrete, come si vede, per far comprendere pragmaticamente quel che le imprese sociali fanno.
Scelte non casuali, sottolinea Magnani, «perché riflettono il nostro impegno a pensarci come soggetto interessante per le famiglie. Vogliamo attivare canali diretti rispetto a loro e ai loro bisogni, anche perché siamo fornitori di servizi innovativi, che il pubblico non può offrire anche per la carenza di risorse». Chiamiamolo riposizionamento di prossimità.
La riprova? Il suo bilancio sociale Ccs l’ha realizzato in video perché fosse strumento immediato di informazione e di confronto sul welfare che verrà. [M.R.]
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