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Il Togo in fiamme: un morto, feriti e disordini

Trionfo alle presidenziali di Faure Gnassingbé, figlio dell’ex dittatore Eyadéma. Ma l'opposizione contesta e incita all’insurrezione popolare.

di Joshua Massarenti

Le violenze erano state preannunciate da giorni. E così è stato. Non appena il capo della commissione elettorale, Kissem Tchangai Walla, ha reso noto i risultati delle presidenziali conclusesi ieri e che vedono vincitore Faure Gnassingbé – il cui padre Gnassingbé Eyadema è morto lo scorso febbraio dopo aver guidato il Togo per 38 anni – con il 60,22% dei voti, migliaia di giovani togolesi si sono riversati nelle strade della capitale Lomé per manifestare il loro dissenso urlando slogan quali «ci hanno rubato la vittoria» e dando vita a scontri contro le forze dell’ordine.
Secondo quanto riferisce l’Adnkronos, «i manifestanti hanno eretto posti di blocco in diverse aree della capitale, fronteggiando centinaia di agenti in assetto da combattimento dispiegati in tutta la città. Molti abitanti si sono barricati nelle loro case nel timore di rimanere coinvolti negli scontri». Colonne di fumo si sono levate da vari punti della città, in particolare nelle roccaforti dell’opposizione come il quartiere di Doulafame, dove in questi giorni sono state inscenate proteste contro i brogli elettorali. Secondo quanto riferisce un corrispondente dell?Afp, nel quartiere popolare di Bé, i negozi sono stati oggetto di razzie sistematiche.

Testimonianze drammatiche sono poi giunte a Vita dagli ambienti ospedalieri della capitale. Al reparto di emergenza del Centro universitario ospedaliero della capitale (Chu), sono stati registrati da stamane un morto e oltre 20 feriti. «Una persona è giunta nel tardo pomeriggio con una pallottola conficcata nella schiena. Era già morta», ha confidato a Vita un medico del reparto che ha voluto mantenere l?anonimato. «Abbiamo inoltre registrato l?arrivo di una ventina di persone ferite, alcune delle quali versano in condizioni molto critiche». Nella maggior parte dei casi, si tratta di ferite riportate da «granate lacrimogene. Un donna è stata colpita direttamente a una gamba. L?abbiamo ricoverata d?urgenza. Ora si tratta di salvarle la vita perché la gamba è stata totalmente lacerata, quasi tagliata in due». I feriti giungono tutti dai «quartieri popolari della capitale, cioè Bé, Akodessewa e Edranawé».

Manifestazioni e tensioni sono state segnalate dall?agenzia Misna anche in alcuni centri abitati nell’interno del Paese e più precisamente a Kpalimé ad Atakpamé e Sokodé. «La situazione più calda», sostiene la Misna, «si registra ad Atakpamé, dove sarebbero stati appiccati numerosi incendi, e a Sokodé, dove una grande manifestazione si sta recando verso l’abitazione di uno dei più conosciuti responsabili del partito di governo (Rpt)».

Da parte sua, Jean Pierre Fabre, capo del principale partito di opposizione, l’Unione delle forze per il cambiamento, ha affermato di aver invitato la popolazione a «resistere» e a protestare contro i «brogli elettorali» che avrebbero contraddistinto le presidenziali. «Questo regime», ha detto Fabre, «deve capire che non accetteremo mai Faure Gnassingbé come presidente. Né lui né suo padre sarebbero mai capaci di vincere delle elezioni regolari».

A ridosso di questi drammatici fatti, gli oppositori togolesi in esilio riuniti in seno al Comitato di resistenza del Togo hanno lanciato da Parigi un appello alla «’insurrezione generalizzata». Dopo l’annuncio della vittoria di Gnassingbé, il Comitato ha invitato i militanti a riunirsi nella capitale, Lomé, per organizzare «la rivolta contro il regime». Intanto, un rapporto sugli incidenti sarà inviato alla Corte costituzionale che dovrà poi decidere l’esito del voto.

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