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Il testamento secondo Veronesi

In calendario al Senato la discussione del ddl presentato dall'oncologo

di Gabriella Meroni

È il paziente a decidere quali cure avere e quali rifiutare, anche se si tratta di idratazione e alimentazione artificiale. Questo il principio cardine del disegno di legge presentato dal senatore del Pd Umberto Veronesi, calendarizzato oggi in Commissione Igiene e Sanità di palazzo Madama dove sul tema sono all’esame ben 9 Ddl.

Il testo dell’oncologo è tra i più brevi, solo 9 scarni articoli, e tutto improntato al principio dell’autodeterminazione. In aperto contrasto con molti altri Ddl e Pdl, l’ultimo dei quali è stato illustrato dalla maggioranza ieri pomeriggio alla Camera dei deputati e depositato poi al Senato. Veronesi rimarca come nel suo Ddl sia «chiaramente indicata l’espressione di volontà di essere o non essere sottoposto a trattamenti di sostegno, compresa l’alimentazione e idratazione artificiale». Questo, si legge nella parte introduttiva del Ddl, «è un elemento essenziale perché è su questo punto che la volontà del soggetto potrebbe essere equivocata. A questo proposito – rimarca l’oncologo – voglio ricordare che l’articolo 51 del Codice italiano di deontologia medica recita: “Quando una persona, sana di mente, rifiuta volontariamente e consapevolmente di nutrirsi, il medico ha il dovere di informarla sulle possibili conseguenze della propria decisione. Se la persona è consapevole delle possibili conseguenze della propria decisione, il medico non deve assumere iniziative costrittive né collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale”». In base a quanto dispone il Codice di deontologia medica, secondo Veronesi, «se dunque una persona, in piena consapevolezza, è libera di rifiutare la nutrizione artificiale, non è possibile sottrarre alla medesima persona la libertà di esprimere lo stesso rifiuto nelle disposizioni anticipate».

«Tuttavia – prosegue Veronesi nel suo Ddl – è data la possibilità al medico che ha in carico il paziente di non seguire le indicazioni di volontà anticipate, se sono in contrasto con le proprie convinzioni etiche, affidando quindi il paziente ad altri sanitari. Inoltre, la stessa cosa è contemplata qualora in uno specifico caso si rendessero disponibili, grazie a nuovi progressi scientifici, nuove possibilità di terapie e di ricupero». L’oncologo e senatore rileva come il testo del disegno di legge sia «volutamente essenziale per essere più incisivo. Al regolamento sono affidati i dettagli applicativi». Il faro da seguire resta il principio dell’autodeterminazione: «È l’unico che garantisce il rispetto della globalità della persona, del corpo, della mente e della loro armonia, anche quando questa armonia si spezza e ci si trova nella condizione di massima debolezza». Infine, conclude Veronesi, «va ricordato che è un obbligo morale promulgare una legge sulle dichiarazione anticipate di volontà (comunemente definito testamento biologico) perché l’Italia ha ratificato la Convenzione di Oviedo che lo contempla (legge 28 marzo 2001, n. 145) e perché il Comitato nazionale di bioetica e il Codice deontologico medico sono a favore del principio del rispetto delle volontà espresse dal paziente».

Leggi il testo del pdl Veronesi

 


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