Politica

Il Terzo settore nel programma dei candidati sindaco di Roma

Si avvicina la prossima tornata elettorale che riguarderà grandi città come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. Proponiamo un piccolo viaggio nei programmi dei candidati per capire quanto spazio dedicano e quanta attenzione riservano al Terzo settore e alle sue istanze. Partiamo dalla Capitale

di Marco Dotti

Raggi, Gualtieri, Calenda, Michetti. È gioco a quattro per le elezioni comunali di Roma. Ma quali sono le posizioni dei candidati rispetto alle tematiche della società civile e del Terzo settore?

Quale – e quanto – spazio occupano l’inclusione sociale, l’equità, la lotta alla povertà, le politiche sociali, l’accoglienza nei loro programmi?

Il Terzo Settore nel programma di Virginia Raggi

Partiamo dalla sindaca uscente Virginia Raggi. Il suo programma è uno dei più corposi.

Ogni sezione è anticipata da una sorta di resoconto su ciò che l'amministrazione uscente ha fatto. O dice di aver fatto. Tra il "fatto", nel suo Programma Raggi ricorda: «con la delibera 363 del 2020 abbiamo tutelato le associazioni e le realtà del Terzo Settore che svolgono sul territorio servizi di interesse pubblico ed attività socio-culturali, garantendo la continuità dei servizi e il lavoro di tanti operatori che hanno permesso alla città di non spegnere la propria vocazione solidaristica».

In tutto, il lemma Terzo settore ricorre 11 volte nelle pagine del programma della candidata 5S e, almeno in termini quantitativi, occupa uno spazio importante. Un programma che dedica uno specifico punto alla «Tutela delle attività del Terzo Settore». Proprio partendo dalla delibera n. 363, si legge che «si procederà alla definitiva approvazione del nuovo Regolamento del patrimonio in concessione al fine di tutelare l’interesse pubblico e le iniziative socio-culturali per la città e garantire la continuità dei servizi e il lavoro di operatori che, soprattutto in questo periodo, tra mille difficoltà, hanno permesso alla città di non spegnere la propria vocazione solidaristica e culturale. Una visione nella gestione del patrimonio capitolino che favorirà l’integrazione e la crescita sociale e culturale della città, oltre che lo sviluppo del territorio nel rispetto dei principi di efficienza, trasparenza e buona amministrazione, con l’obiettivo di coinvolgere nuove realtà cittadine».

In particolare, è esplicitata tra i punti chiave del programma la volontà di dare corpo ai temi della coprogettazione, impegnandosi: «nel rafforzamento del rapporto con il Terzo Settore, con le altre istituzioni pubbliche e con tutte le parti sociali per perseguire da un lato il consolidamento di modelli operativi condivisi».

Interessante il riferimento anche al Codice del Terzo settore a cui Raggi dichiara di voler dare «piena attuazione, implementando forme di coprogrammazione, coprogettazione e partenariato rafforzando e mettendo a sistema le forme di collaborazione avviatesi durante l’emergenza Covid-19».

«Nel nostro Paese – si legge nel Programma – il Terzo settore si è distinto per rappresentare una opportunità di partecipazione democratica della cittadinanza alla crescita sociale e culturale del Paese. La partecipazione rappresenta un valore fondamentale perché consente di accrescere il capitale sociale delle comunità. Il nostro obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di queste realtà, favorendone la crescita».

Il coinvolgimento del Terzo settore è richiamato più o meno ad ogni passaggio di campo: periferie, politiche sociali, ambientali, recupero edilizio. Basandosi unicamente sul programma, va dato atto che i temi sociali sono declinati con attenzione all'associazionismo e alla società civile organizzata.

Il Terzo settore nel programma di Enrico Michetti

Il candidato del centrodestra Enrico Michetti è stato a lungo senza un programma pubblicato e disponibile. Da poco, però, lo ha reso accessibile sul web.

Il lemma "Terzo settore" ricorre 5 volte nel programma di Michetti.

Una prima volta è bizzarramente associato all'edilizia. Si legge infatti nel programma che «la digitalizzazione, il terziario, la cultura e il Terzo settore devono integrarsi con la componente dell’edilizia, fondamentale per sviluppare l’economia e accompagnare l’evoluzione sociale dei nuclei familiari».

Dopo alcuni richiami piuttosto vaghi, sicuramente lontani dalle lunghe note che al Terzo settore dedicava il programma di Virginia Raggi, il programma di Enrico Michetti – a differenza di quello di altri candidati, che lo ignorano – si concentra sul tema della lotta alle dipendenze. Ed è qui che il Terzo settore viene chiamato in causa in una delle sue vocazioni peculiari: il contrasto e la prevenzione.

Il Terzo settore nei due programmi di Gualtieri

Chi non ha lesinato sui programmi è l'ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, candidato per il centrosinistra. Gualtieri ha due programmi. Uno per la città e uno per i municipi. Nel primo, il lemma "Terzo settore" ricorre 6 volte.

Nemmeno nel programma o, meglio, nei programmi per i quindici municipi romani mancano i riferimenti. In particolare, per i municipi il candidato del centro sinistra propone un «patto di comunità», come strumento partecipato di coprogettazione da rendere efficace attraverso una «rete coesa formata dal Terzo settore, le realtà di solidarietà di vicinato, i circoli e le sedi sindacali e religiose sarà strumento imprescindibile per adempiere al bisogno di ascolto e accompagnamento che viene dalla cittadinanza».

Nel programma principale, molto critico dell'amministrazione uscente, si legge che: «tutti gli abitanti di Roma sanno bene quanta supplenza le associazioni del Terzo Settore e del volontariato cattolico hanno fatto in questi anni sui più diversi temi di inclusione. Roma esprime in termini di cooperazione, volontariato, assistenza una ricchezza e generosità straordinarie».

Il Terzo Settore nel programma di Carlo Calenda

Un programma in movimento. Lo definisce così Carlo Calenda. Anche sui temi sociali, al punto che proprio ieri, a un incontro pubblico, ha aperto all'integrazione da parte di molte associazioni. Associazioni che lo invitavano ad accelerare sul Terzo settore.

Un Terzo settore per cui Calenda propone il superamento della logica dei bandi brevi.

Pochi i riferimenti espliciti al Terzo settore nel programma, molto sbilanciato però su progetti di interesse sociale. Su tutti, l'idea di «ristrutturare e destinare a fini sociali gli immobili in disuso di proprietà del comune».

In sintesi, i programmi dei quattro candidati sindaci oscillano da una cospicua presenza di riferimenti al Terzo settore di Virginia Raggi alla quasi totale assenza del lemma in quello di Carlo Calenda. A parte Michetti, nessuno dedica ampio spazio al tema del contrasto alle dipendenze (tema in cui il Terzo settore gioca da sempre un ruolo chiave), dedicando però attenzione ai temi della cogestione e della coprogettazione. In particolare, è interessante l'uso di uno strumento come il patto di comunità da parte del candidato sindaco del centro sinitra, per la gestione di problemi molto specifici e tipici dei singoli municipi.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.