Volontariato

Il Terzo settore incontra il Governo

Confronto cordiale. L'esecutivo si è impegnato a non effettuare tagli alla spesa sociale. Ecco i sette punti irrinunciabili presentati dal Forum

di Daniela Romanello

Nell’imperversare della polemica sul deficit, si è svolto il programmato incontro sul Dpef tra la delegazione del Forum permanente del Terzo settore (composta dal portavoce Giampiero Rasimelli, dal segretario organizzativo, Fabio Protasoni e dai componenti il Coordinamento, Gian Paolo Gualaccini, Maria Guidotti, Luigi Bulleri) e il governo Berlusconi. Ovviamente, al centro della discussione, il futuro degli interventi nel settore sociale. “Di fronte alle nostre preoccupazioni su possibili tagli nella copertura finanziaria delle leggi sociali”, spiega Giampiero Rasimelli, “abbiamo avuto piena rassicurazione: la legge sull’assistenza va avanti e il Governo si è impegnato a non ridurre la spesa sociale e a implementare il Terzo settore, considerato uno degli aspetti più innovativi del nostro Paese”. “Dire che ci è stata data ampia disponibilità”, continua il portavoce, “è dire poco. Ora aspettiamo che si passi dalle parole ai fatti”. Primo atto del Governo sarà quello di predisporre e rendere noto (entro pochi giorni, probabilmente il 16 o il 17 luglio prossimi) un documento scritto cui il Forum permanente del Terzo settore risponderà punto per punto. Nel corso del cordiale incontro, i rappresentanti del Terzo settore hanno evidenziato alcuni punti cardine della futura azione del Governo, punti che vengono giudicati ineludibili. Eccoli:

1. La devoluzione non può e non deve intaccare il principio dell’universalismo dei diritti e delle prestazioni. Su questo deve svilupparsi un’azione virtuosa tra Terzo settore, Governo e Regioni.

2. Le politiche fiscali debbono produrre, adesso e in prospettiva, un effetto sia in senso redistributivo che della qualificazione del consumo di servizi.

3. Per assolvere il suo ruolo il Terzo settore deve crescere qualitativamente e quantitativamente. C’è quindi bisogno di un intervento coordinato di politiche attive per la creazione d’imprese e occupazione che possa garantire l’allargamento e la qualificazione dell’offerta dei servizi del Terzo settore.

4. Il valore del Terzo settore è nella sua capacità di offerta di servizi ma ancora di più nella sua caratteristica partecipativa e di fattore della coesione sociale. Questo è un valore civile ma anche una risorsa per lo sviluppo.

5. Il Terzo settore ha sostenuto con forza l’esigenza di dare continuità e piena attuazione alle importanti riforme conquistate nella scorsa legislatura. Ha chiesto che venga confermato nella prossima finanziaria lo stanziamento previsto per l’attuazione della legge sull’associazionismo di promozione sociale, sia per quel che riguarda la definizione dei registri che delle nomine dei rappresentanti dell’Osservatorio per il volontariato e dell’Osservatorio dell’associazionismo di promozione sociale nel Cnel.

6. La necessità di correggere l’atto d’indirizzo sulle fondazioni ex bancarie per quel che riguarda la riduzione della quota dei finanziamenti assegnati al volontariato secondo la legge 266.Un atto sul quale le associazioni di volontariato hanno presentato ricorso al Tar del Lazio. Insieme a ciò il Forum ha chiesto un’azione congiunta con il Governo per aprire un tavolo di discussione sul rapporto tra Terzo settore e fondazioni ex bancarie rivolto a valorizzare le energie partecipative e d’impresa sociale esistenti nel Paese.

7. L’interlocuzione e la concertazione con il Governo deve trovare con continuità il necessario approfondimento nei tavoli tecnici e settoriali che possono sostenere un’opera costruttiva ed utile di dialogo e collaborazione tra il Forum e questo ministero.

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