Non profit

Il terzo settore entra al cnel

Confindustria e sindacati contrari

di Redazione

Lo scorso 9 agosto, il Consiglio dei Ministri ha proceduto alla nomina di dieci rappresentanti del Terzo Settore presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Si tratta, secondo il Forum Permanente del Terzo settore di “un passaggio storico”. Il CNEL è previsto dalla Costituzione che, all’art. 99 lo definisce: “Organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”. Il CNEL, sino a ieri, era composto da 111 consiglieri: 12 esperti; 99 rappresentanti delle categorie produttive di beni e servizi nei settori pubblico e privato, di cui 44 rappresentanti dei lavoratori dipendenti, 18 rappresentanti del lavoro autonomo, 37rappresentanti delle imprese. Ora i consiglieri del Cnel saliranno a 121 grazie ai rappresentanti del Terzo settore che viene così riconosciuto come “parte” essenziale nello sviluppo della società italiana. Questi i nomi che formano la pattuglia del Terzo settore: Emanuele Alecci (Movi), Luigi Bulleri (Anpas), Marco Coccheri (Misericordie), Maria Guidotti (Auser), Edoardo Patriarca (Agesci), Tom Benetollo (Arci), Luigi Bobba (Acli), Benito Perli (Fitus), Nicola Porro (Uisp), Gian Paolo Gualaccini (Cdo). La decisione del Governo e la nomina dei 10 rappresentanti in più ha però scatenato la reazione di molte associazioni di categoria (Confindustria, CGIL, Cisl, Uil, Confartigianato e Conferesercenti) che, dopo aver a lungo osteggiato il decreto (bloccando per mesi e mesi il governo di centro-sinistra), hanno ora formalmente fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio in merito alle nomine dei dieci rappresentanti del Terzo settore.


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