Welfare
Il Terzo settore alla sfida della diversità
La social equality è ormai un obiettivo prioritario per tutte le organizzazioni e istituzioni. Il non profit non può certo chiamarsi fuori. L'intervento della docente della scuola di Formazione Quadri Terzo Settore (Fqts)
di Gaia Peruzzi
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Le organizzazioni di Terzo settore, che per vocazione dovrebbero promuovere l’innovazione e l’inclusione sui territori, si fermano mai a considerare se al proprio interno hanno attivato occasioni e processi di ascolto delle diversità? Nel momento in cui la parità di genere e l’inclusione di persone lgbt, persone con disabilità, giovani e migranti sono riconosciute, anche per esplicito mandato dell’Europa, una priorità, gli Ets si stanno adoperando per favorire l’emergere di queste categorie nelle proprie organizzazioni, soprattutto nelle dirigenze e nelle rappresentanze politiche?
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La diversità costituisce da sempre una sfida sia al concetto che alla pratica di comunità, che è una forma organizzativa ideale per il Terzo settore. Le comunità si fondano sul senso di appartenenza e di comunione; il loro collante è la condivisione: dell’identità, di un territorio, delle regole di vita quotidiana e del sistema di potere. In questo clima di relazioni circolari e reciproche il diverso — l’altro che diverge, guarda altrove, ha altri interessi o altri stili di vita — è stato sempre motivo di tensione. Nei secoli passati, la storia delle comunità si è fatta spesso attraverso processi di emarginazione ed esclusione del diverso, l’altro che fa problema, il deviante. Nell’epoca contemporanea invece le società aperte e democratiche hanno riconosciuto non solo il diritto all’esistenza e all’inclusione delle minoranze, ma anche il loro potenziale creativo. Così le diversità sono divenute alterità da valorizzare e promuovere, e la social equality un obiettivo prioritario per tutte le organizzazioni e le istituzioni che operano nell’interesse pubblico. Dunque, anche per gli Ets.
Fqts ha colto la sfida istituendo una linea formativa ad hoc per stimolare — nelle organizzazioni, nelle reti e nei territori, e nelle comunità che insieme intendono costruire — confronti e progetti sulla partecipazione di donne, giovani e minoranze tradizionalmente emarginate dalle sfere decisionali.
*dipartimento di comunicazione e ricerca sociale, Sapienza di Roma