Volontariato
Il terremoto in Turchia arriva al fuorisalone di Milano
Presentata l’installazione "Home Swept Home": una provocatoria gigantografia di case distrutte, per spiazzare il pubblico dell’evento che celebra il design e l’abitare innovativo ricordando la devastazione e l’insicurezza che affliggono molti luoghi del mondo a causa di disastri climatici, guerre, povertà, abusi. L'opera fotografica è stata realizzata da Fabrizio Spucches e Fondazione Cesvi
di Redazione
Design, innovazione, creatività sono solo alcuni degli ingredienti del Fuorisalone di Milano, un evento capace di trasformare la città in un teatro della “bellezza” e diventato sempre più laboratorio di sperimentazione, contaminazione e incontri. Da questa consapevolezza nasce Home Swept Home di Fabrizio Spucches e Fondazione Cesvi con Milano Space Makers, curato da Nicolas Ballario, un progetto che vuole offrire una nuova prospettiva, provocatoria e dirompente, del concetto di “casa”, mettendo in scena la distruzione dello spazio abitativo dovuto a eventi naturali, come i terremoti e le emergenze climatiche, e umani, come le guerre. A questa provocazione visiva se ne aggiunge un’altra: la casa, anche quando c’è, non è per tutti un luogo di protezione e cura. Un concetto che riporta al centro l’impegno di Cesvi per i più vulnerabili, in Italia e nel mondo: attraverso il Programma Case del Sorriso garantisce a migliaia di minori vittime di violenza, povertà, abusi, catastrofi di ogni genere, protezione e cura, tutela della dignità e dei diritti fondamentali.
Una gigantografia ricopre la facciata di ingresso dell’Opificio 31, in Via Tortona, nel cuore del Fuorisalone milanese, mostrando quello che resta di un’abitazione colorata e allegra, ora accartocciata su sé stessa, vuota. Davanti, colui che la abitava tiene in mano la bandiera del proprio Paese. Le pareti interne dello spazio espositivo mostrano altre persone immortalate davanti alle proprie case sgretolate, quelle stesse case prima calde e accoglienti e ora cumulo di polvere e pietra. Tutte le immagini sono opera del fotografo Fabrizio Spucches, realizzate per Cesvi in Turchia 10 giorni dopo il devastante terremoto che tra il 5 e il 6 febbraio ha raso al suolo parte del Paese.
L’installazione provoca nello spettatore una sensazione di straniamento, alla vista di una casa distrutta e del suo inquilino immobile davanti a ciò che ne resta, in un contesto, quello del Fuorisalone, dove solitamente è il bello a inebriare i sensi. I protagonisti delle opere fotografiche si ergono davanti alle macerie, guardando fisso l’obiettivo della camera, indossando ognuno un oggetto appartenente alla propria (precedente) vita e portando con sé un bagaglio di storia e umanità interpretato liberamente dalla penna del giornalista Enrico Dal Buono, che cuce su misura un racconto di fantasia per ogni soggetto fotografato. La casa, dunque, vista in una nuova veste destabilizzante, non più luogo di intimità e protezione ma di paura, insicurezza, instabilità.
«La casa non è solo un’abitazione, ma il luogo degli affetti e dove ci si sente al sicuro: un privilegio finito in macerie per migliaia di persone. Attraverso il programma Case del Sorriso, Fondazione Cesvi contribuisce a sostenere l’infanzia e le famiglie vulnerabili in Italia e nel mondo nei contesti più difficili a forte rischio di povertà, violenza, o vessati da catastrofi naturali e umane, come i conflitti», dichiara Roberto Vignola, vicedirettore generale di Fondazione Cesvi. «Con questo ambizioso progetto di forte valenza artistica e simbolica speriamo di diffondere una nuova consapevolezza tra tutte le persone che parteciperanno al Fuorisalone».
«I soggetti di Spucches sono quasi sempre in piedi, come soldati sull’attenti che nonostante il disastro non rompono le righe perché, proprio come nel monologo di Beckett, ‘Finale di Partita’, “bisogna imparare a soffrire meglio di così, se vuoi che si stanchino di punirti” », racconta il curatore Nicolas Ballario. «E l’assurdo di queste pagine ripetitive e senza senno esplode con i testi di Enrico Dal Buono, che inventa favole per dirci che la fantasia ci distacca dal dolore, parole che escono dalle crepe dei palazzi e del suolo e che ci suggeriscono, nella retorica insopportabile della “natura come opera d’arte”, che questo quadro è incompiuto. O mutabile. Un olio su tela dipinto sul supporto sbagliato. Il colore si spacca, si disperde nell’aria, mentre il terremoto circonda l’essere umano e ne sbiadisce l’esistenza, senza nemmeno consegnare i corpi».
«La visione di scenari drammatici in un contesto festoso come quello del fuorisalone può risultare apparentemente stridente. In realtà non è così», afferma Mariantonia Menada di Milano Space Makers. «Suscitare una riflessione, instillare un dubbio, provocare una reazione nel visitatore sono aspetti fondamentali di molti dei progetti più interessanti in mostra nella design week. L’idea di sviluppare una mostra fotografica utilizzando le grandi superfici verticali del cantiere che occupa in parte il piazzale di Opificio 31 è nata un po’ alla volta, parlando con Fabrizio, che era arrivato da noi con un’idea artistica totalmente diversa. Così, dal confronto, la facciata e la cesata lunga 40 metri sono diventati l’opportunità per raccontare una storia: Fabrizio e le sue immagini potenti hanno trasformato quello che normalmente è un involucro fatto per nascondere in un’opera d’arte, che parla a tutti con un linguaggio immediato e universale. Home Swept Home rappresenta certamente uno dei progetti di punta del nostro circuito fuorisalone Tortona Rocks e pone ancora una volta l’Opificio 31 come centro propulsore di idee e creatività».
Il Fuorisalone dà prova di una forte valenza culturale e apertura al confronto, ospitando Home Swept Home e offrendo a Fondazione Cesvi, attraverso l’arte di Fabrizio Spucches, l’opportunità di aprire una breccia nel tempio della bellezza per raccontare la condizione di instabilità in cui vivono milioni di persone, in particolare bambini e bambine, a causa delle molteplici crisi e tragedie che colpiscono il mondo. Sono infatti più di 400 milioni i minori che vivono in zone di conflitto e almeno 36,5 milioni sono in fuga dalle proprie case. Otto milioni invece i bambini sotto i 5 anni d’età che rischiano la morte per fame e 10 milioni quelli che hanno dovuto lasciare le proprie case in un anno a causa dei disastri climatici. Infine secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sono 55 milioni le persone under 18 che, solo in Europa, subiscono abusi e maltrattamenti. In Italia oltre 77mila bambini sono vittime di maltrattamenti, da quelli psicologici agli abusi sessuali.
L’installazione è stata presentata al Mudec – Museo delle Culture – alla presenza di Fondazione Cesvi Fabrizio Spucches, Nicolas Ballario, Milano Space Makers e Comune di Milano, e sarà visitabile fino al 23 aprile all’Opificio 31 in via Tortona, al Fuorisalone di Milano, nell’ambito della Milano Design Week. Le Fotografie di Fabrizio Spucches e i racconti di Enrico Dal Buono sono diventati un libro: “Home swept home. Storie surreali dal terremoto”, edito da 24 ore Cultura, in vendita in libreria.
Credit foto Tommaso Cimarelli
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