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Il teologo Onah: ecco perché i media dovrebbero interessarsi al sinodo

L'Africa è motivo di imbarazzo per il mondo, ha detto il teologo nigeriano

di Redazione

«Il Sinodo è di grande interesse perché ormai l’Africa è diventata motivo di imbarazzo per il mondo. L’anno scorso c’era stata la crisi economica che adesso si dice essere quasi superata. L’economia mondiale si sta riprendendo, sebbene gli esperti dicono che sarà un processo lento. Viene spontaneo chiedersi: questa crisi ha toccato anche l’Africa? Certo che sì. L’Africa è coinvolta nella ricerca di una soluzione? Io temo di no».

Godfrey Igwebuike Onah è uno dei teologi africani più ascoltati del momento. Nigeriano, vice rettore della Pontificia Università Urbaniana, è fra gli auditori speciali del Sinodo per l’Africa, in corso fino al 25 ottobre a Roma. In una conferenza organizzata dall’Osservatorio sul sinodo ha parlato del rapporto con i media.

«Mi sorprende il fatto che ci siano in città tante iniziative attorno al Sinodo come mai si era visto durante il primo Sinodo» ha detto. «Ho saputo di una associazione di scienziati-agricoltori africani che si sono riuniti qui a Roma pochi giorni fa e consegnato una lettera ai Padri Sinodali per la loro considerazione. Questo per dire che nonostante molti media non stiano parlando del Sinodo, forse l’interesse esiste».

«Il mondo deve interessarsi al ciò che si dirà al Sinodo, perché la questione della giustizia e pace in Africa è una questione che ha a che fare con il tutto il mondo» afferma Onah. «I nostri problemi non sono sempre nati a causa del fallimento politico degli africani. Speso sono causati da qualche manipolazione che viene dell’Estero. Le guerre in Africa non sono sempre “nostre”, ma di quelle forze che hanno interresi economici e strategici in Africa. Ad essere il sale della terra e la luce del mondo sono tutti i discepoli di Gesù in tutto il mondo. Tutti i cristiani del mondo si devono impegnare per fermare l’ingiustizia in Africa spesso perpetrata da cristiani in altre parti del mondo».

«L’interesse del Sinodo per il resto del mondo ha pure una motivazione pratica, anche per chi non è cristiano» ha detto Onah. «I mezzi moderni di comunicazione portano l’esperienza di tutto il mondo nella camera da letto di ognuno, anche in Africa. I giovani africani frustrati stanno guardando con interesse quello che succede nel resto del mondo. E se il mondo fa credere alla gioventù africana delusa che l’unico modo per attirare attenzione è fare quello che i giovani stanno faccendo in Medio Oriente, il resto del mondo non lo troverà divertente».

«Per il momento c’è un gruppo, soprattutto la Chiesa, che sta dicendo alla gioventù che la via d’uscita dalla miseria non è quella della radicalizzazione e della violenza ma piuttosto quella della riconciliazione e del perdono. La via è quella di una formazione della società civile. La via è quella di Gesù Cristo. Il problema è che questa voce sta diventando sempre di più quella della minoranza perché sta nascendo una frangia sempre più radicale che sta convincendo i giovani africani che l’unica strada per risolvere i problemi dell’Africa è quella di fare un assalto al resto del mondo».

Il teologo ha concluso il suo intervento con una favola Igbo.

C’era una volta uno scoiattolo che mangiava  la frutta della palma e  faceva un gran rumore.  Alla base della Palma dormiva un gran serpente. Il serpente non riusciva a dormire per il baccano dello scoiattolo e gli disse: «Ehi ragazzino smettila che voglio dormire e mi stai disturbando». Lo scoiattolo risponde: «Non fare il prepotente, io ho diritto a stare quassù quanto tu di stare laggiù». E il serpente: «Non solo disturbi me, ma con il tuo comportamento recherai danni a noi tutti». Lo scoiattolo ride e dice: «Come può quello che io faccio sull’albero, riguardare te che stai sotto. Se vuoi salire sali pure ma ciò che io faccio quassù sono fatti miei». In quel momento interviene una foglia della pianta chiamata l’orecchio dell’elefante: «Guarda che il serpente ha ragione perché ciò che tu fai lassù può creare problemi a noi tutti». Lo scoiattolo non sente ragioni e continua a mangiare e disturbare tutti. Ad un certo punto passa un cacciatore, sente il rumore, prende la mira con il fucile e spara allo scoiattolo, facendolo crollare ai piedi dell’albero. Il cacciatore fa per prendere la sua preda ma vede il serpente. Allora il cacciatore tira fuori la spada e trafigge il serpente. E siccome è un serpente che si mangia, a questo punto le prede sono diventate due ma la sua borsa era troppo piccola per contenerle entrambe. Il cacciatore taglia quidni la grande foglia e con essa fa un pacchetto delle prede. Così il rumore dello scoiattolo ha causato la morte di tutti e tre i protagonisti della storia, anche se lo scoiattolo non si rendeva conto di quello che stava facendo.

«Con questa storia i nostri genitori ci insegnavano che non esistono i “peccati privati”» ha commentato Onah. «Qualsiasi cosa accade in Africa, accade nel mondo intero».

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