Volontariato

Il Tavolo Ecclesiale Dipendenze si appella alle istituzioni: «la politica investa sui giovani»

«È tempo di sogni. Costruiamo il futuro con i giovani». Questo il messaggio che lancia, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti

di Redazione

Al Tavolo Ecclesiale Dipendenze costituito presso la Caritas Italiana partecipano F.I.C.T., CNCA, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità Casa dei Giovani, Salesiani per il sociale APS, CDO Opere Sociali, Comunità Emmanuel, Comunità di Sant’Egidio, Nuovi Orizzonti.

Proprio dal Tavolo Ecclesiale arriva oggi un fortissimo appello alla politica: «non abbandoniamo i giovani!». I giovani devono essere una priorità della politica e dell’azione collettiva nazionali. Per costruire oggi il futuro insieme a loro è necessario un lavoro strutturale e capillare nelle comunità locali, in termini di infrastruttura sociale. È essenziale un intervento forte di riequilibrio delle risorse e di contrasto a tutte le forme di povertà (economica, educativa, relazionale…) al fine di consentire l’esercizio della corresponsabilità dei giovani e la tenuta del sistema sociale.

«Riteniamo come adulti e come educatori – spiegano le associazioni aderenti – di avere la responsabilità di essere accanto ai ragazzi promuovendo libertà e responsabilità, stimolando processi reali di autonomia e nuove forme di partecipazione diretta e di cittadinanza attiva. È più che mai urgente mettersi in ascolto di adolescenti e giovani, tornare a dare loro lo spazio e il tempo per sognare«.

Per quanto riguarda il settore delle dipendenze, il Tavolo chiede che si investa al più presto su cinque priorità, come scritto nel documento che alleghiamo all'articolo.

  1. Riscrivere immediatamente, in modo condiviso con tutti gli attori del sistema, il modello di intervento, ricostruendo i luoghi del confronto, iniziando dalla Conferenza Nazionale sulle Droghe attesa ormai da più di 11 anni.
  2. Ricostruire al più presto i luoghi della relazione per e con i nostri giovani, garantendo sin da subito percorsi educativi strutturati e in presenza, capaci di restituire ai ragazzi, almeno in parte, il tempo perduto.
  3. Accompagnare le famiglie, supportandole per attraversare questo periodo d’ombra caratterizzato dalla mancanza di certezze e quindi di incapacità a fornire risposte educative coerenti ai nostri figli.
  4. Fornire adeguato accompagnamento e sostengo alle strutture educative specialistiche, diurne e residenziali, che si occupano di minori con dipendenze, con problemi comportamentali e con patologie psichiatriche, che in questa fase hanno dovuto approntare, nel silenzio e nell’abbandono generale, percorsi educativi-riabilitativi capaci di tenere conto delle mutate esigenze e dell’emergenza sanitaria.
  5. Sviluppare in modo diffuso una qualificata rete di prossimità nei luoghi del consumo, dell’abuso della dipendenza con équipe territoriali capaci di ascolto, counseling, accoglienza e presa in carico precoce, come già previsto nei Livelli essenziali di assistenza, ma ancora disatteso nel nostro Paese.

«La Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe è un’opportunità per fare un bilancio su un settore che presenta, già in condizioni normali, diverse fragilità e debolezze. Questo però è un anno particolare, diverso dagli altri, segnato dal covid che ha indebolito ulteriormente il sistema, mettendo ancor più in rilievo le criticità di una situazione frammentata in Italia nella gestione dei servizi socio sanitari e socio assistenziali. Questo è anche l’anno delle relazioni negate che ha colpito, in modo particolare, gli adolescenti, che vivono già un momento evolutivo delicato della loro vita con un maggior fattore di rischio soprattutto da un punto di vista psicologico». A ribadirlo è Luciano Squillaci, Presidente della Federazione Italiana Comunità terapeutiche, FICT.

È necessario, spiega Squillaci, ripartire guardando la società che “abitiamo”: «la nostra dipendenza dal web, i cambiamenti nei comportamenti d’uso da sostanze, l’aumento significativo delle addictions comportamentali, l’abbassamento dell’età di iniziazione che riguarda una fascia significativa di adolescenti, l’aumento dell’abuso di alcol, di psicofarmaci… e poi il gioco d’azzardo patologico, le devianze del comportamento alimentare e, anche, l’aumento della solitudine, la mancanza di riferimenti, la paura… Molti ragazzi hanno avuto i social network come unico strumento di confronto con i propri pari. Il periodo della pandemia ha slatentizzato tutti questi comportamenti che già creavano diversi problemi anche prima del Covid“»

Quanto rilevato dai 600 servizi dei Centri FICT dimostra chiaramente che, durante l’anno di pandemia, c’è stato un aumento dell’uso di cocaina e cannabis, e soprattutto di alcol. In particolare, spiega il presidente FICT, guardando l’utenza in carico, compresi i minori e gli adulti, la sostanza di abuso per cui è stato richiesto il trattamento in comunità risulta essere nel 2020: 39% Cocaina, Crack; 27% Eroina e metadone; 19% Alcol; 10% Cannabis; 3% Dip. Comportamentali; 2% Allucinogeni. La sostanza assunta la prima volta dagli utenti minori in carico (fascia di età fino a 18 anni) è: il 38% la cannabis; il 23% l’alcol; il 20% la cocaina e crack; il 14% l’eroina; il 3% allucinogeni; l’2% per dipendenze comportamentali

«Il covid ha scoperchiato il vaso di pandora, con tutti i pro e i contro, e ha messo alla prova tutti i sistemi anche quello familiare. Dietro il “mancato rispetto delle regole” degli adolescenti», continua Squillaci, «spesso è celata la mancanza di una relazione, che non si è mai costruita. Questo tempo sospeso invece ci ha mostrato, in modo palese, l’importanza e la centralità della relazione e della condivisione, soprattutto per le fasce più deboli e fragili, e quindi costantemente a rischio di devianza».

Per questo, oltre al documento del Tavolo Ecclesiale, la FICT ha lanciato, in occasione del 26 giugno, lo slogan: #Ripartiamo dalle relazioni umane per riflettere sul valore e sulla centralità delle persone e delle relazioni.

«In questi due anni di pandemia la questione dipendenze è stata completamente dimenticata. Si intravede ora finalmente una speranza data dalla recente nomina del nuovo Capo del Dipartimento per le politiche antidroga e dalla delega alle politiche antidroga assegnata alla Ministra Dadone, entrambi orientati a convocare finalmente la Conferenza Nazionale sulle droghe». Ma prioritario su tutto, conclude il presidente FICT, è l’avvio di un iter di riforma legislativa che riveda il sistema dei servizi sulle dipendenze, ovvero una riforma della normativa (309/90) che dia significato ai reali bisogni, rimettendo al centro la persona e non la sostanza.

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