Welfare

Il talebano americano mette in crisi i tribunali Usa

Chi processerà John walker, visto che i tribunali militari per terroristi valgono solo per i non americani?

di Gabriella Meroni

Il caso del ”talebano americano”, il ragazzo della buona borghesia bianca californiana catturato nell’inferno di Qala-I-Jangi, potrebbe diventare il tallone d’Achille dell’ordine esecutivo con cui George Bush ha ordinato che i terroristi internazionali vengano processati di fronte a tribunali militari speciali. L’ordine del 13 novembre, infatti, si riferisce solo a cittadini stranieri, anche quelli da anni legalmente residenti negli Stati Uniti. Con gli esperti che ritengono improbabile che John Philip Walker venga processato per tradimento – e che ricordano che in questo caso solo una corte federale potrebbe decidere di privarlo della cittadinanza – la probabilita’ maggiore e’ che compaia in primo luogo di fronte alla magistratura ordinaria, qualora vengano mosse delle accuse nei suoi confronti. Ma in questo caso – sottolineano gli esperti consultati dal ”Washington Post” – il suo processo, civile e quindi pubblico, smentirebbe la fondatezza delle ragioni adottate da Bush per giustificare il ricorso a processi speciali e segreti, fra le quali l’intenzione di proteggere la magistratura e le giurie civili. Inoltre, un trattamento del genere riservato ad un terrorista-taleban americano, e bianco, finirebbe facilmente oggetto di accuse di discriminazioni razziali ai danni degli altri imputati. ”Se questi venissero trattati in un modo nettamente diverso, questo sottolineerebbe ancora la questione della legittimita’ dei tribunali militari”, fa notare Elissa Massimino, direttore dell’ufficio di Washington del Lawyers Committee for Human Rights, che e’ critica verso l’ordine di Bush. Tanto che, spiegano altri esperti, la Costituzione americana non permette che cittadini e non cittadini vengano trattati con due diversi standard legali e questa potrebbe essere la base di un ricorso contro la misura.


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