Famiglia

Il Sudan condanna a morte 4 minori

Con Iran e Arabia Saudita il Sudan è uno dei pochi Paesi a continuare a condannare a morte minori di 18 anni

di Emanuela Citterio

 

Il più grande ha 17 anni e si chiama Ibrahim Shrief Yousef. Abdalla Abadalla Doud e Altyeb Mohamed Yagoup hanno 16 anni e Abdarazig Daoud Abdelseed appena 15. Sono tutti stati condannati a morte in Sudan, in mezzo a un gruppo di nove persone giudicate colpevoli di rapina e azioni contro lo stato.

Il Sudan continua a condannare a morte anche i minorenni, insieme all’Arabia Saudita e all’Iran.

La sentenza di morte per i quattro ragazzi è arrivata dopo il processo che li ha giudicati colpevoli di un assalto a scopo di rapina a Khour Baskawit, nel sud del Darfur, la regione occidentale del Sudan al centro di un conflitto e di una crisi umanitaria dal 2003. Secondo l’accusa i quattro sono affiliati al Justice and Equality movement (Jem), il principale gruppo ribelle in Darfur.

Il Sudan ha firmato la Convenzione Onu per i diritti dell’infanzia, che proibisce l’esecuzione di minori. In linea con essa, il governo ha rivisto la sua legislazione nel gennaio 2010. Ma, come ha sottolineato il Centro studi sudanese per la giustizia e la pace, la legge contiene un’ambiguità: definisce “minore” una persona sotto i 18 anni, a meno che “non abbia raggiunto la maturità secondo altre leggi del Paese”. E il Codice Penale definisce adulta una persona che abbia raggiunto la pubertà, senza delimitare un’età.

Approfondisci su: Afronline

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.