Famiglia

Il Sud nella morsa degli strozzini

Campania, Calabria e Puglia in testa alla classifica

di Francesco Dente

La Cgia di Mestre disegna la mappa dell’usura e lancia l’allarme sul rischio Natale. Con l’arrivo delle festività di fine anno, il fenomeno dello strozzinaggio potrebbe subire un’impennata per via dei regali e dei cenoni. Un rischio più avvertito al Sud, in modo particolare, in Campania. La regione ha conquistato, infatti, la maglia nera in base alle elaborazioni dell’Ufficio studi dell’Associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre. La peculiarità della ricerca sta nell’aver incrociato più indicatori per regione riferiti al 2008. Si va dalla disoccupazione ai fallimenti, dai protesti ai tassi di interesse applicati, dalle denunce di estorsione e di usura al numero di sportelli bancari. Infine, sono stati presi in considerazione il rapporto tra sofferenze e impieghi registrati negli istituti di credito. Il solo dato delle denunce, questa la novità dello studio, non consente infatti di misurare con buona approssimazione il rischio usura.

«Dimensionare l’usura o le estorsioni solo attraverso il numero di denunce», commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, «non è molto attendibile perché il fenomeno rimane in larga parte sommerso e risulta quindi leggibile con difficoltà, approssimazione e attendibilità relativa. Per questo abbiamo messo a confronto ben 8 sotto-indicatori per cercare di dimensionare con maggiore fedeltà questa emergenza».

Se si analizza, infatti, il dato relativo alle denunce per usura registrate nel 2007 (ultimo dato disponibile) è il Molise a guidare la classifica con 1,79 denunce ogni 100mila abitanti. Seguita dalla Campania con 1,52 ogni 100mila abitanti. La Campania, invece, è prima per le estorsioni con 25,67 denunce ogni 100mila abitanti; seconda la Calabria con 22,02 denunce.

Rispetto ad un indicatore nazionale medio stabilito dai ricercatori della Cgia pari a 100, il tasso di usura rilevato in Campania è di 173: il 73% in più, dunque, della media Italia. Al secondo posto la Calabria con 161 (+ 61% rispetto al resto del Paese), al terzo la Puglia 144 (+ 44%) e, al quarto, la Sicilia 143 (+43%). Dai dati dell’associazione veneta emerge, pertanto, che nelle aree con più disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiore sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti, il rischio usura è decisamente più concreto. Le regioni libere dalla piovra dello strozzinaggio sono, invece, il Trentino Alto Adige con un indice di rischio usura pari a 50 (50% in meno, cioè, rispetto alla media nazionale), la Valle d’Aosta con 61 (- 39%), il Veneto con 66 (- 34%) e l’Emilia Romagna con 68 (- 32%).

L’ombra dell’usura, intanto, inizia ad allungarsi sul Natale. «Le festività», osserva Bortolussi, «sono il periodo più delicato dell’anno. La necessità di disporre di liquidità per far fronte ai regali e agli acquisti di Natale spinge molte persone a ricorrere a piccoli prestiti da soggetti poco raccomandabili che trasformano la loro iniziale generosità in un successivo calvario per migliaia e migliaia di ignari cittadini».

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