Il Sud boccia “La Scuola al Centro”, ma…

di Elisa Furnari

40 organizzazioni della Rete Crescere al Sud che operano con i minori in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia bocciano “La Scuola al Centro”, bando da 240 milioni di euro che dovrebbe garantire l’apertura pomeridiana di 6.000 istituti e 240 ore in più all’annofra sport, musica, teatro e competenze digitali.

Quello che secondo molti è un piano che rivoluzionerebbe la scuola, così come la conosciamo oggi, per le 40 sigle è un provvedimento che non centra l’obiettivo e rischia, al contrario, di disperdere risorse. Nelle scorse settimane è stato presentato un documento che spiega criticità de “La Scuola al Centro” e suggerisce immediati correttivi, documento inviato al Ministro Giannini e al sottosegretario Faraone che lo scorso 5 ottobre ha deciso di incontrare i sottoscrittori della proposta.

L’elemento di maggiore criticità che emerge nel documento  e che è stato al cento dell’incontro,è proprio la modalità con cui vengono destinati i fondi; secondo i 40 firmatari La Scuola al Centro” è un intervento a pioggia che finanziando oltre il 70% degli Istituti non contribuisce in maniera efficace a frenare la dispersone scolastica. Distribuire così i 240 milioni significa – dicono le sigle – “trattare da uguali situazioni disuguali”.

Non bisogna essere grandi esperti (ma i 40 sottoscrittori che operano ogni giorno sul campo lo sono!)per comprendere quanto sia surreale pensare di intervenire in una scuola dello Zen o di Scampia nello stesso modo in cui si opera all’interno di un istituto del Centro di Cosenza, salvo pensare che i bisogni educativi di un ragazzo che vive in una condizione di grave rischio di marginalità sociale siano uguali a quelli di chi, fortunatamente, vive in cotesti maggiormente protetti.

Ma non solo questo perché forti critiche vengono mosse anche verso la “famigerata apertura pomeridiana” che, leggendo “La Scuola al Centro” con gli occhi di queste sigle, sembra essere una sorta di burla…o comunque un micro intervento per “Ciucci”.

Delle 240 ore dichiarate – si legge nel documento  – 120 riguardano i “moduli obbligatori”, ( 60 ore competenze di base e 60 di sport”), le restanti 120 servono a  fare lingua straniera, competenze digitali, orientamento post-scolastico, musica, canto, arte, scrittura creativa, teatro, laboratori artigianali per la valorizzazione delle vocazioni territoriali, educazione alla legalità, cura dei beni comuni, cittadinanza italiana ed europea.

Tutte materie interessanti se potessero essere fruibili e accessibili a tutti, ma… lo saranno soltanto per un piccolo gruppo di ragazzi, da 40 a 80 per una scuola di 1000. Il rischio è di prelevare  alcuni “ciucci” dalle classi e metterli insieme per qualche ora pensando che qualche “mago” li trasformi in studenti attivi; somministreremo test invalsi per scoprire di quanti decimali è stato modificato il profilo di questi ragazzi dandogli nuovi futuri… sureale!

Il tema resta uno e uno solo, servono interventi “differenziati rispetto al contesto”, quel contesto che deve dialogare con le scuole perché queste diventino veramente luoghi educativi e inclusivi.

Sembra però che in questo caso il dialogo tra “operatori” e “Istituzioni” abbia preso la giusta piega, c’è stata un’ampia apertura, riferiscono le oganizzazioni, da parte del sottosegretario Faraone sulle proposte presentate e l’impegno a fissare un nuovo incontro in tempi brevi per un confronto operativo sulle modalità utili a programmare e pianificare  interventi “ad alta intensità educativa” nelle aree maggiormente esposte alla dispersione scolastica, al fenomeno dei Neet (giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro e né nella formazione).

Restiamo in attesa di questa “scuola al centro”.

ecco le 40 sigle

Cooperativa delle donne (Cosenza); Centro Padrenostro (Palermo); Fondazione Ebbene (Catania); Federazione Internazionale Medambiente (Reggio Calabria); Ass. I Ragazzi del Centro Tau (Palermo); Parrocchia S. Agnese ai Danisinni (Palermo); Apriti Cuore Onlus (Palermo); Ass. Cult Con i miei occhi (Cosenza); Coop. Il Millepiedi Fondazione San Gennaro (Napoli); Cooperativa Mosaico (Catania); Comunità Emmanuel (Lecce); Ass. Usabile (Catanzaro); Consorzio Nova (Interregionale); Di. Coop. Sociale Unicoop Sicilia (Palermo); Camera Minorile G. Mazzotta (Cosenza); Ass. Zen Insieme (Palermo); Inventare Insieme (onlus) – Centro Tau (Palermo); Coop. Sociale “Health & Senectus” (Lentini); Associazione I.S.I. Onlus (Palermo); CSI Sicilia (Sicilia); Ass. Gianfrancesco Serio (Scalea); coop l’Utopia (Milazzo); CESIE (Palermo); Ass. Quartieri Spagnoli (Napoli); Al Azis Coop. Soc.(Palermo); Fondazione San Gennaro (Napoli); Ass. Oasi 2 (Trani); Lisca Bianca (Palermo); Centro Calabrese di Solidarietà (Catanzaro); Centro Studi Don Calabria (Palermo); Centro Comunitario Agape (Reggio Calabria); Civitas Solis  (Locri); Maestri di Strada (Napoli); Centro Genitori Democratici (Interregionale); Agape (Reggio Calabria); AFIPRES Marco Saura (Palermo); Talitakum (Palermo); UNCM (Nazionale);  Area Sociale Istituto Don Calabria (Interregionale); Forum Terzo Settore Calabria (Calabria); Fondazione L. Siciliani (Cirò); Coop Don Bosco (Cosenza); Fondazione Siciliani (Calabria); Orsa Maggiore (Napoli); CNCA (Interregionale).

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