Politica

Il sottosegretario: non ci rimane che depenalizzare

Alberti Casellati: «Riprenderemo il piano Pisapia»

di Redazione

Più 13mila. A tanto ammonta l’incremento di presenze in carcere da quando il 12 maggio 2008 la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati ha assunto la carica di sottosegretario alla Giustizia: «Siamo i primi a riconoscere di essere in una situazione difficilissima, tanto è vero che abbiamo nominato un commissario straordinario».
Partiamo da qui. Il capo del Dap, Franco Ionta ha assunto la carica nel gennaio del 2009. Sono trascorsi due anni e mezzo e la situazione si è aggravata: come giudica il suo operato?
Non è questo il momento di dare le pagelle. Certo è che abbiamo ereditato una situazione drammatica, di fronte alla quale abbiamo scelto la strada delle riforme strutturali, mentre finora le carceri si svuotavano per poi riempirsi di nuovo in seguito a provvedimenti di clemenza. Senza mai risolvere definitivamente il problema.
A dire il vero di “riforme strutturali” se ne sono viste poche. A cosa allude?
In questi anni con la costruzione di nuovi padiglioni abbiamo creato 2.200 nuovi posti detentivi, tanti quanti ne sono stati creati negli ultimi dieci. Poi abbiamo introdotto il principio secondo il quale uno straniero comunitario dovrà scontare la pena nel Paese d’origine senza che ci sia il suo consenso.
Che risultati ha prodotto questa scelta?
In effetti non abbiamo ottenuto grandi risultati. Speriamo però che in futuro questo provvedimento possa funzionare da deterrente.
Intanto però state smantellando la Smuraglia. Non le sembra controproducente?
È un problema che affronterò nei prossimi giorni. Il tema del lavoro e della formazione in carcere è essenziale. Anche in termini di sicurezza, che è un aspetto che certamente abbiamo a cuore.
Torniamo alle “riforme strutturali”?
Ricordo che questo governo ha stabilito che l’ultimo anno di pena per i reati meno gravi possa essere scontato ai domiciliari. Anche in questo caso purtroppo però in termini numerici non abbiamo ottenuto i risultati auspicati. Sono uscite 2mila persone, rispetto alle 8mila previste.
Come se ne esce allora?
Al ministero stiamo istituendo un tavolo di lavoro per la depenalizzazione dei reati “bagattellari” (il ministro Francesco Nitto Palma ha annunciato un disegno di legge al consiglio dei ministri entro il 20 ottobre, ndr).
Una vecchia idea dell’attuale sindaco di Milano, Giuliano Pisapia?
Sì, ripartiremo da quel lavoro. E lo faremo in modo celerissimo. Così eviteremo di ingolfare carceri e processi per reati socialmente insignificanti, dando la certezza della pena per i reati gravi.
Mi fa un esempio di “reato insignificante”?
Ad oggi non mi sembra il caso, è una materia delicata. Dobbiamo ancora individuarli.
Nel frattempo stanno calando le misure alternative che, lo dicono i dati, determinano un minor tasso di recidiva?
L’accesso alle misure alternative lo stabiliscono i giudici. E noi non possiamo entrare nelle singole valutazioni discrezionali. Il nostro compito adesso è di mettere in campo strumenti legislativi adeguati a iniziare dalla depenalizzazione, in modo da avviare un processo di decongestionamento.


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