Famiglia
Il sogno di Zedz
Street artist olandese di fama internazionale, artista multidisciplinare e designer, lavora in tutto il mondo. “Sognare è vitale: è seguire le proprie passioni e non abbandonarle mai”.Qual è il sogno di Zedz? Lo racconta a Vita in questa intervista
«I miei sogni sono strettamente collegati al mio lavoro, sono parte di me, mi fanno respirare, sono l'essenza della mia vita. Non posso fare a meno di seguirli».
Così dice Zedz, street artist olandese, artista multidisciplinare e designer , uno dei più affermati sulla scena internazionale.
«A volte è un investimento rischioso, ma è importante materializzare i propri sogni».
Vive a Milano – «l'Italia è un Paese che amo molto» – ma è sempre in movimento per realizzare i suoi lavori in tutto il mondo, ricercando autenticità e fedeltà a se stesso.
Quest’intervista a Zedz anticipa il servizio di copertina del numero di Settembre di Vita, che uscirà in edicola domani, venerdì 4 settembre ed è dedicato al tema dei sogni e a storie di persone che sono riuscite a realizzarli. I sogni ci consentono di realizzare grandi imprese, che per prendere vita devono essere prima sognate.
La copertina di Vita lancia un invito: “Butta i sogni fuori dalla testa”.
E Zedz come ha fatto a trasformare i suoi sogni in realtà ?
«Ho questo sogno di trovare sempre ispirazione, fare ricerche, studiare, raggiungere nuovi obiettivi. Bisogna distinguere il sogno astratto dalla realizzazione del sogno. Quello che io seguo è una passione, un'idea, una visione, qualcosa di cui ora non conosco ancora il risultato. Il mio è un sogno con gli occhi ben aperti: il feed-back delle persone che apprezzano la mia arte fa sì che io possa continuare il sogno, altrimenti sarei solo un sognatore».
«Il sogno è libertà ma non solo: «Bisogna lavorare molto per realizzare i propri sogni. Il sogno è gioia ma può anche essere tristezza, problemi, molto lavoro da fare.
L’importante è non smettere di sognare e realizzare quello in cui veramente si crede: i sogni vengono ad esistere quando si vuole davvero dare vita a una propria visione interiore. Forse io riesco a farlo perché ho sviluppato un talento per questo e non abbandono mai i miei sogni.».
Il suo primo graffito l’ha fatto a Leiden, sua città natale, all’età di 14 anni, a metà degli anni ’80, nel giorno del suo compleanno.
«Nel fare graffiti è molto importante essere autentici e avere un proprio stile. Io volevo fare quello che nessuno aveva mai fatto prima, andare fuori dal terreno battuto e stare in prima linea.
Questa passione non mi ha mai lasciato e il mio lavoro è sempre con me in qualche modo ed è il tema della mia vita. E va molto al di là dei graffiti, che sono il mio punto di partenza».
Si è laureato alla Gerrit Rietveld Art Academy di Amsterdam nel 1998 e a metà della sua carriera il suo lavoro l'ha portato a creare in modo diverso, a passare da graffiti composti da grandi lettere a opere tridimensionali, anche se sempre in qualche modo influenzate dai graffiti.
«I graffiti sono un’arte visiva che si manifesta su una superficie piatta. Mi interessava molto vedere che cosa c’è dietro. Ho seguito il percorso surrealista di Magritte che diceva che “la tela non è un oggetto piatto, è una finestra sul mondo. Attraverso di essa l’artista può farti vedere delle cose che vuole che tu veda. Ed è quello che voglio fare con i miei graffiti: dare alla gente questa finestra sul mondo.
Nel mio lavoro a volte parlo di cose che sono dietro il primo o il secondo strato che si può vedere».
Artista indipendente e multidisciplinare, sempre alla ricerca di nuove modalità espressive, lavora con una prospettiva da architetto e realizza opere di arte contemporanea : sculture temporanee di grandi dimensioni in tutto il mondo, murales, serigrafie, stampe, opere di carta. ..
Alcuni lavori di Zedz.
Zedz è stato selezionato come testimonial di uno spot di Microsoft: “Surface Stories”, che evidenzia le esperienze di persone fonti di ispirazione che sono riuscite a realizzare i propri sogni (selezionare i sottotitoli in inglese).
Qual è il sogno di Zedz ?
«E’ un sogno che ho da molto tempo e che ora finalmente sto realizzando».
L'artista sta per pubblicare un libro cartaceo. Un “blackbook”, come quelli che usano gli artisti ed è ispirato al libro per disegni d’artista Canson, con la copertina nera, che Zedz usa da sempre E’ una raccolta di disegni, schizzi, un “viaggio visivo” attraverso una serie di lavori che ha realizzato negli ultimi 25 anni e che uscirà in occasione del suo compleanno, il 28 di settembre, esattamente 30 anni dopo i suoi primi graffiti.
Il libro è finanziato attraverso la piattaforma di crowdfunding Kickstarter e la raccolta fondi terminerà il 14 settembre.
«Spero con questo libro di ispirare la gente a seguire i propri sogni».
Il libro è un’assoluta novità: niente testo (unicamente una breve biografia dell’artista), solo immagini, disegni, schizzi. Si può leggere sia in formato orizzontale, sia in verticale. Ci saranno vere foto incollate a mano, pezzi di scotch e graffette per fissare disegni e schizzi, perché così fa Zedz da sempre. Un libro da toccare e da vivere, «che non ricerca il disegno o il graffito perfetto ma l’autenticità. Un lavoro fatto con passione e cuore».
Anteprima di alcune pagine del "blackbook" di Zedz.
E dopo il libro? «C’è sempre un altro sogno, un’altra passione che voglio inseguire, un altro posto in cui andare. Amo continuare il mio lavoro».
Foto di apertura: ©Livio Ninni. Grandissimo murale (10 metri di diametro) realizzato da Zedz sulla facciata del teatro Colosseo, Torino, 2015.
Tutte le altre foto sono di Zedz.
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