Non profit

Il sogno di Tuti in un cd

Una rivisitazione multimediale del Pierrot Lunaire di Schonberg, l’idea di uno spettacolo teatrale che coinvolga i portatori di handicap. Per vincere la solitudine e i pregiudizi del passato.

di Cristina Giudici

È un lavoro sulla frontiera quello coordinato da Mario Tuti nel carcere di Voghera. La frontiera della multimedialità e la frontiera del carcere. Attraverso il cd-rom ?Ebbro di Luna?. Tuti, in carcere dal 1975 perché accusato della strage dell?Italicus, con il suo saggio multimediale edito da ?compActArt?, ha pensato «a un forma di impegno che, all?interno del carcere, consentisse di sfuggire alla solitudine, all?oppressione e all?assurdo», come spiega lui stesso. Sono così sorte varie iniziative: il teatro prima, e recentemente la multimedialità. Iniziative che fossero in grado di assolvere esigenze culturali e sociali e allo stesso tempo fossero utili al territorio, cercando di creare nuove risorse e benefici. «Con qualche personal computer, stampanti, tastiere musicali, programmi e accessori di videogiochi», continua Tuti, «abbiamo tentato di fare uno spettacolo e dimostrato tutte le possibilità che restano anche quando tutto sembra perduto,sulla scena, nel carcere, nel mondo del disagio, nella società».
Nel cd-rom ?Ebbro di Luna?, realizzato con il patrocinio della regione Lombardia e la direzione del carcere di Voghera, Tuti presenta la rivisitazione multimediale – cioè con immagini, suoni, filmati e testi – del Pierrot Lunairedi Arnold Schönberg, con i testi del poeta Albert Giraud. L?opera è dei primi?900, simbolo dell?irrompere della modernità e dell?avvento del simbolismo in cui «Pierrot si presenta nelle vesti del poeta della disperazione malata e decadente, affascinato dalla Luna che evoca fantasmagorica seducente ed erotica, inesorabilmente autodistruttiva», come spiega il testo virtuale, «mentre nel secondo tempo Pierrot diventa vittima di fantasie grottesche e paranoiche, di visioni del suo orrendo martirio e solo alla fine gli è permesso di sfuggire all?incubo da se stesso costruito per dedicarsi alla buffoneria farsesca e grossolana, alla nostalgia del tempo delle fiabe».
Dopo l?esperienza di ?Ebbro di Luna? ora nel carcere di Voghera è nato un nuovo progetto: il laboratorio multimediale Signal MediArs con cui Tuti vuole riunire multimedialità e associazioni di volontariato, enti locali e istituzioni culturali e favorire così la riabilitazione e l?autonomia di persone in condizioni di disagio fisico e psicologico. L?ex militante di Ordine Nuovo, come aveva scritto tempo fa in una vibrante lettera a ?Vita?, vive ancora in regime di alta sorveglianza e non riesce suo malgrado ad avere quella che in gergo penitenziario si chiama ?declassificazione?, cioè espiare la pena usufruendo dei benefici di legge come i detenuti comuni. Il suo progetto mira a sfruttare le potenzialità della comunicazione teatrale trasferite in campo multimediale per coniugare arte, tecnica e messaggio, «bit che assumono significati e infondono emozioni», come spiega lui stesso, «e offrire così quelle possibilità di esprimersi, di agire e creare che tanto spesso la società ancora nega. In questo modo riusciremmo a riconoscere a chi soffre di handicap delle risorse valorizzate da nuove performances, tra fisicità e virtualità e, attraverso una contaminazione di arte e tecnica, offrire aiuto e sostegno».
Un sogno quindi, quello di Mario Tuti, che è quello di creare un nuovo linguaggio che permetta di superare le barriere del carcere e della sofferenza, dei pregiudizi e dell?handicap, dell?emarginazione e del disagio: «Penso», conclude,«a una sorta di restituzione di tutte quelle opportunità che ci sono state date, in un incontro e confronto fra carcere e società, fra impegno artistico e civile, che può avere un valore emblematico di riconciliazione. Ma mi si ripresenta con l?ombra degli errori e dei pregiudizi del passato, anche un?inquietante nostalgia, di possibilità negate e capacità non consentite». Per saperne di più si può scrivere a Mario Tuti, Casa circondariale, 27058 Voghera (Pavia).

Riso dal cabaret

Una serata di serissime risate per la Corea. Questa la promessa che i cabarettisti dello Zelig, il tempio della risata milanese, fanno agli spettatori che il 9 ottobre assisteranno allo spettacolo ?C?è riso e riso? al teatro Ciak di via Sangallo 3 a Milano. L?incasso sarà devoluto alla campagna Sos Nord Corea che ha ormai raggiunto e superato i 2 miliardi di lire. Madrina della serata, promossa dalla giornalista Rai Fabrizia Boiardi, sarà l?ambasciatrice di Sos Nord Corea Lella Costa. «Mi hanno eletta ambasciatrice perché hanno detto che la mia voce ha funzionato particolarmente bene nello spot televisivo di Sos Nord Corea» dice Lella Costa. «Ma io non me lo merito perché ho fatto troppo poco. Sono contenta quindi di poter fare qualcosa di più conducendo questo spettacolo. Vi aspetto». Intervengono Enrico Bartolino, Diego Parassole, Marco Della Noce, Gianni Fantoni, Margherita Antonelli. Per prevendite (25 mila lire posto unico) e informazioni: teatro Ciak, tel. 02/76110093.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.