Mondo

Il sociale secondo Michelle

Ecco alcuni passaggi del discorso della moglie di Obama che ha entusiasmato la Convention democratica

di Daniele Biella

Caldo, amichevole, empatico. In perfetto stile sogno americano. È il discorso che Michelle Obama, moglie del candidato democratico alle prossime elezioni degli Stati Uniti, ha tenuto lunedì sera davanti alla platea della convention nazionale del suo partito. Dieci minuti di intervento, basato sui valori base di ogni società che si rispetti: la solidarietà, la lotta contro le ingiustizie, e l’importanza del lavoro volontario per il cambiamento in meglio dei rapporti fra le persone.

“Arrivo qui da voi stasera come sorella, figlia, moglie e madre”, ha iniziato il suo discorso lady Obama, “figlia di un padre che, colpito da sclerosi multipla a poco più di trent’anni di vita, è stato per me una roccia, un esempio incredibile di amore e tenacia. Madre i cui figli sono il cuore del mio cuore e il centro del mio mondo. Moglie di un marito che credo possa essere un Presidente straordinario per gli Stati Uniti”.

L’avvocatessa 44enne, oggi un quadro dell’azienda ospedaliera dell’Università di Chicago, ha proseguito il suo intervento prima raccontando gli elementi comuni a lei e al consorte (“l’importanza della parola data, del trattare chiunque con rispetto anche se si è in disaccordo, e del lavorare sodo per ottenere quello che vuoi dalla vita”), poi soffermandosi sul ruolo pionieristico del volontariato, inteso “come il primo valore da passare alle prossime generazioni. Barack mi ha dato l’esempio anni fa quando anziché andare a Wall street al normale lavoro, passava molto tempo tra le comunità di Chicago devastate dalla crisi dell’industria dell’acciaio con l’obiettivo di ricostruire il tessuto sociale”. Un esempio che la donna ha seguito “quando ho deciso di lasciare il mio lavoro sicuro di avvocato d’azienda per una carriera nel servizio pubblico, basata sullo stimolare i giovani a fare volontariato nelle proprie comunità. Credo che ognuno di noi, a modo suo, ha qualcosa da donare alla vita della sua nazione”.

Infiammando più volte la platea, il discorso della prossima possibile first lady si è avviato alla conclusione ricordando i protagonisti dell’ ‘American dream’: “Le donne e gli uomini che si incontrano nelle chiese, nelle sale comunali, nelle piazze, nelle palestre dei licei. Le famiglie dei militari, che cenano ogni sera con un posto vuoto a tavola. Chiunque si prende cura della propria comunità, insegnando ai bambini, tenendo pulite e belle le strade, prendendosi cura dei bisognosi”. Con due riferimenti precisi da prendere come modello, “il cui anniversario viene celebrato proprio questa settimana: l’88mo anno dalla conquista del voto femminile e il 45mo dal discorso con cui Marthin Luther King ha aperto i nostri cuori”. Parole che le sono valse una lunga standing ovation finale.

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