Emilio Rota guida l’Anffas che opera da più di 50 anni. 14mila soci, 182 associazioni territoriali, Anfass offre servizi a oltre 30mila persone con disabilità.
La riflessione di Riccardo Bonacina mi ha fatto riandare ai tempi in cui ci si raccontava di più. La sua è una constatazione amara, ma sostanzialmente giusta. Vorrei solo sottolineare due aspetti. Il primo che le difficoltà ci sono sempre state. Anche allora non si riusciva a dire tutto quel che si desiderava. Il secondo è relativo a un passaggio che mi suscita qualche perplessità. Quel riferimento al «sociale muto». Non mi sembra che sia muto, semmai è sempre meno ascoltato. La Fish non è muta, anzi. Noi come Anfass abbiamo lavorato per il recepimento della Convenzione Onu e siamo attivi su molti fronti, dall’amministratore di sostegno al dopo di noi. Il resto lo condivido. Siamo stanchi di chi va in tv e si riempie la bocca di situazioni che magari nemmeno conosce. Occorrerebbe avere più spazi, più rubriche, più approfondimenti di qualità. Invece le televisioni si dedicano solo al “gossip del sociale”, allo scandalo, ai drammi. E spesso in modo strumentale. Quanto allo spazio pubblico, non mi sembra che le associazioni abbiano perso terreno: sono impegnate a risolvere le tante esigenze quotidiane. Di fronte alle difficoltà a volte facciamo fatica a reagire, ma non siamo rinunciatari. Sappiamo che se non ci impegniamo noi, nessuno lo farà al nostro posto.
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