Mondo

Il sistema carcerario totalitario del presidente di El Salvador fa proseliti in America latina

di Paolo Manzo

Sembra la coreografia di un'opera sul totalitarismo. Nudi, rasati e incatenati, duemila prigionieri rispettano alla lettera i dettami della polizia che li filma. A piedi nudi, camminano, trotterellano e si accovacciano in avanti quando gli è ordinato di farlo, sempre guardando a terra.

Il presidente di El Salvador Nayib Bukele ha deciso di mostrare al suo popolo e al mondo questo video scioccante, il che implica ostentare un sistema carcerario con caratteristiche da campo di concentramento.

Glielo ha fatto notare su Twitter il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ed i due hanno cominciato a discutere online. Segno dei tempi.

L'elemento più preoccupante, tuttavia, è un altro: secondo l'ultimo sondaggio il 91% della popolazione del Salvador ha un consenso record del 91% e addirittura il 70% vuole che sia rieletto, nonostante il fatto che la Costituzione proibisca espressamente una sua ricandidatura. Preoccupa anche che i più soddisfatti di Bukele siano i giovani, tra i quali il suo gradimento sfiora addirittura il 95%. Non bastasse sta facendo scuola in molti paesi latinoamericani, che vogliono copiare il suo modello carcerario che ricorda le peggiori dittature del passato.

Se contro Bukele sono infatti moltiplicate le denunce delle organizzazioni per i diritti umani, da Amnesty a Human Rights Watch, sta ricevendo molti elogi in America Latina e nei Caraibi, dove si concentrano il 50% degli omicidi mondiali pur rappresentando appena l'8% della popolazione planetaria.

Il populismo punitivo di Bukele sta facendo insomma proseliti sia a destra che a sinistra e, dall'Honduras (sinistra), all'Ecuador (destra), dal Guatemala (destra) a persino il Nicaragua e il Venezuela (dittature di sinistra), presto lo potrebbero imitare.

Chi invece lo ha già "copiato" è il sindaco di Medellín, Daniel Quintero Calle, il cui consiglio comunale ha già approvato il budget per costruire una nuova prigione sullo stesso stile di quella inaugurata da Bukele a febbraio. "Sarà la prigione per i detenuti di Medellín, uno spazio di 300.000 metri quadrati per più di 1.400 condannati”. Il sindaco ha aggiunto che il centro di detenzione avrà "sei torrette di sorveglianza, tecnologia all'avanguardia oltre all'intelligenza artificiale" assicurando che "saremo in grado di vedere i movimenti permanenti di tutti i prigionieri in ogni momento". Un futuro che non prevede la riabilitazione per i detenuti, quello di Bukele, ma che purtroppo sta facendo proseliti.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.