Politica

Il silenzio dei partiti su mafie e corruzioni

L’Associazione Avviso Pubblico ha lanciato l’appello #Nosilenziosullemafie rivolto alle candidate e ai candidati alle Elezioni politiche del 25 settembre affinché parlano di mafie e corruzioni e prendano impegnai concreti

di Emiliano Moccia

Favorire l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Destinare risorse adeguate alle forze di polizia e alla magistratura per rafforzare il numero delle persone che vi operano. Sostenere giornalisti/e, amministratrici e amministratori locali minacciati e intimiditi. E ancora. Riformare la legge sullo scioglimento degli Enti locali per infiltrazioni mafiose. Introdurre una legge-quadro sul gioco d’azzardo. Approvare una legge organica che regolamenti le relazioni fra esponenti istituzionali e i rappresentanti di interessi, le cosiddette lobby. Sono solo alcune delle cinque proposte politiche ed altrettante di impegno indirizzate da Avviso Pubblico ai candidati e alle candidate alle Elezioni politiche del 25 settembre, di tutti gli schieramenti politici. #Nosilenziosullemafie è infatti l’appello elaborato dall’Associazione che collega gli Amministratori pubblici che si impegnano sui rispettivi territori nel promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, che ha recepitole istanze di più di 500 enti locali e 11 Regioni attualmente associate.


«Queste proposte nascono da una riflessione: la campagna elettorale è dominata dalle emergenze nazionali ed internazionali, ma la questione mafie e corruzioni non è neanche sullo sfondo, non è categorizzata come tale e rimane come poche righe sparse all’interno dei programmi elettorali. Dal nostro punto di vista occorre un cambio di passo, che veda impegnati sia i cittadini e le cittadine che sono chiamati a votare il 25 settembre, sia i candidati e le candidate» ha detto Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico. «Ai cittadini chiediamo di recarsi alle urne ed andare a votare, che vuol dire impegnarsi e partecipare alla vita democratica del nostro Paese; ai candidati, invece, chiediamo di parlare di mafie, coinvolgendo la popolazione e assumendo impegni concreti sul tema. Spendere parole chiare su mafie e corruzioni e prendere impegni concreti. È necessario, inoltre, rinunciare ad ogni singolo voto dei mafiosi che, in certi contesti, possono anche influire pesantemente sul risultato elettorale, condizionando la composizione del futuro Parlamento».

Da questo lavoro condiviso, dunque, è nato l’appello #Nosilenziosullemafie che, al momento, sta ricevendo timidi segnali di sostegno e condivisione da parte dei candidati e le candidate che ambiscono a sedere sugli scranni di Camera e Senato. «L’appello si compone di dieci punti, cinque proposte di politiche e cinque proposte di impegno che rappresentano un punto di partenza e un promemoria per il futuro Parlamento» ha aggiunto Montà. Per aiutare gli elettori a maturare una maggiore coscienza sul tema, Avviso Pubblico ha pubblicato anche i programmi elettorali dei principali partiti ed un analisi in cui rileva che «il tema mafia non occupa una posizione centrale. Eppure i report istituzionali raccontano come la pressione mafiosa nell’economia e sui territori si sia particolarmente acuita ormai in tutto il Paese. Le mafie si evolvono, si adattano ai tempi, colgono le occasioni, sfruttano la complicità e la connivenza di un’area grigia che nel corso del tempo si è estesa nel nostro Paese. In tal senso, gli ingenti stanziamenti del PNRR sono già entrati nel mirino degli interessi criminali».

Di qui, l’appello con le cinque proposte politiche e le cinque proposte di impegno che «vuole stimolare i futuri Senatori e Deputati della Repubblica ad agire concretamente. A loro chiediamo, innanzitutto, di parlare di mafie e corruzione nel corso della campagna elettorale. Ci sono politiche da perseguire e riforme da approvare, lavori che il Parlamento attualmente in carica non ha concluso, leggi che aspettano di essere emanate da tempo».

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